31 ottobre 2020

L’addio al professor Costantino Mangioni, luminare della ginecologia. Il lavoro, una missione

Classe 1935, era originario di Abbadia Lariana e spesso si riuniva con la sua numerosa famiglia presso il casolare di Perla o ai Campelli

Il professor Costantino Mangioni, classe 1935.

 

(C.Bott.) Figura particolarmente apprezzata negli ambienti medico-scientifici ben oltre i confini del territorio lecchese, era un luminare nel campo della ginecologia. E’ un lutto dunque in generale per la medicina la scomparsa, avvenuta a inizio settimana, del professor Costantino Mangioni.

Nato ad Abbadia Lariana nel 1935, si era laureato in Medicina e chirurgia all’Università degli Studi di Milano. Per lunghi anni titolare della cattedra di Ostetricia e ginecologia alla facoltà di Medicina della “Bicocca” di Milano, dopo un’esperienza negli Stati Uniti e alcuni anni al fianco del professor Candiani alla “Mangiagalli”, sempre nel capoluogo lombardo, nel 1981 assunse il ruolo di direttore della Clinica ostetrica e ginecologica dell’ospedale “San Gerardo” di Monza, città dove risiedeva.

Nel 2008, in occasione di una conviviale rotariana, aveva evidenziato i passi avanti compiuti nella cura dei tumori, oltre all’aumento dei parti patologici che proprio il “San Gerardo” aveva saputo affrontare con sempre più accresciuta competenza.

Dal 2011 ha collaborato con il dipartimento di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale “Manzoni” di Lecco e nel settembre 2015 l’Azienda ospedaliera gli aveva dedicato un convegno promosso in collaborazione con le principali società e associazioni scientifiche che operano in ambito ginecologico. Tra gli ideatori vi fu il dottor Antonio Pellegrino, responsabile della struttura lecchese di Ostetricia e ginecologia e ex allievo del professor Mangioni.

Significativo il ricordo del fratello Ferruccio, residente ad Abbadia Lariana. “Era il mio fratello più grande - dice - e mi ha dato molti consigli, ma soprattutto mi è stato di esempio con i suoi comportamenti”. “Una persona di grande fede - aggiunge - e di  impegno totale nella famiglia e nel lavoro, che viveva come una missione. Associava competenza e lucidità di mente a grande entusiasmo e passione, che riusciva a trasmettere anche alle persone che lavoravano o studiavano con lui. Con il suo lavoro ha assicurato una vita migliore a migliaia di persone e ha favorito e aiutato la crescita di decine di bravi medici”.

Il professor Mangioni era molto legato alla terra lariana e in particolare ad Abbadia, dove come detto era nato 85 anni fa. “Siamo una famiglia numerosa - dice ancora il fratello Ferruccio - sette tra fratelli e sorelle, molti dei quali residenti ad Abbadia o a Mandello. Costantino veniva spesso da noi la domenica, amava fare passeggiate sui nostri monti, a Perla o fino ai Campelli.  Molte volte abbiamo trascorso piacevoli giornate assieme all’intero gruppo familiare. Accadeva di trovarsi anche con 30-40 persone, con figli e nipoti,  presso il “casello” di Perla lasciatoci da nostro padre, che faceva il contadino e che lui utilizzava come cascinale”.

Significative anche le parole di una ex paziente del dottor Mangioni. “Poteva sembrare all’apparenza burbero - dice - e invece era non soltanto un grande e saggio medico ma anche una persona attenta e sensibile proprio agli aspetti umani. Nella sua vita ha fatto tanto bene e ha saputo trasmettere il suo sapere e la sua scienza ai medici cresciuti e formatisi alla sua scuola”.

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