27 ottobre 2020

Mandello. Si avvicina il 2 novembre e tornano al cimitero di Olcio i “furbetti del crisantemo”

Il piccolo cimitero di Olcio, frazione di Mandello.

 

Da Massimo Gilardoni, mandellese residente in frazione Olcio, riceviamo e pubblichiamo:

Non posso e non voglio tacere lo squallore di una pratica che ormai è diventata, per qualcuno, un divertimento, un vizio o una “malattia”, ossia rubare i fiori nei cimiteri dalle tombe altrui per metterli sulle proprie o, addirittura, portarli a casa.

Questo è ciò che è accaduto nuovamente al cimitero di Olcio. Nella nostra frazione mandellesse il cancello si chiude la sera in modo automatico, ma vi è un’altra entrata con un cancello sempre aperto poiché di vecchia generazione. Poco male, se non fosse che molto probabilmente la… gazza ladra (io la chiamo così, sia che sia uomo o che sia donna) agisce indisturbata.

Non sono abituato, per principio, a mettere fiori sulle tombe dei miei cari. Non  lo ritengo un “obbligo” o un dovere, ho le mie idee. Quando me la sento e lo desidero, acquisto una ciotola o qualche fiore reciso. Lunedì 26 ottobre, sotto la pioggia, sono andato a fare una visita a mio padre, sepolto nel piccolo camposanto, e del bel mazzetto di crisantemi che avevo portato settimana scorsa ne ho trovato uno soltanto. E gli altri? Spariti! Una pratica vergognosa, che già ebbi modo di “denunciare” qualche anno fa. Poi questo… schifo pareva essersi attenuato, ma purtroppo era soltanto un’illusione.

Ora speriamo si tratti di un caso sporadico perché il periodo di fine ottobre-inizio novembre, con la commemorazione dei defunti alle porte, è un’occasione ghiotta per i “furbetti del crisantemo”.

Nel 2015, esasperato da questa situazione, scrissi una simpatica “poesia” che in questa occasione mi piace riproporre. Ci si potrebbe fare una risata, se non fosse che si tratta di poco rispetto, di un vero e proprio furto e comunque di un grave atto di maleducazione. Ma prima o poi, ne sono certo, “tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”. O, meglio, la mano.

La gazza ladra

Olcio è un piccol paesello, il bel lago prospiciente. Tutto tace, tutto è bello, par non  capiti mai niente. Ma a turbar cotanta pace corre voce d’un mistero: un volatile (rapace?) or s’aggira al cimitero! Sarà un falco, una civetta o vivace capinera? Una rondine soletta che vuol fare primavera? Nossignori! E’ quell’uccello con il vizio di rubare che Rossini ebbe a modello operetta a musicare.

Gazza ladra! Si capisce... ma di quelle un po’ speciali, non ha piume nere e lisce, non ha becco, non ha ali. Ha due mani, con le quali ruba i fiori ai cari estinti, siano freschi o artificiali, siano bianchi o variopinti. Disonora con viltà la memoria dei defunti, un’offesa alla pietà dei superstiti congiunti.

Non lo sai, o dispettosa che t’ostini a malvolere, che tu pure alla “certosa” un bel dì dovrai giacere? Ti ravvedi! E più leggiadra torna ancor tra i muti avelli.

Non più gazza, non più ladra, ma conforto ai tuoi fratelli. Quei che piangono dolenti i loro cari trapassati, quei che attendono pazienti la chiamata tra i beati. Già la vita è una sventura, la fortuna spesso tace. Sia almen che in sepoltura possan stare in santa pace”.

Massimo Gilardoni

1 commento:

  1. La poesia è molto bella ed azzeccatissima.Chi ruba i fiori ai morti che mani pietose vi han posto compie un atto più spregevole che rubare in Banca. La sua indignazione è del tutto giustificata ma tanto ci va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino !!!!!! Eugenio Musco

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