26 aprile 2022

Dervio e la celebrazione del 25 Aprile: “Le colpe imperdonabili del fascismo sono le leggi razziali”



Celebrazioni del 77° anniversario della Liberazione con una folta presenza di cittadini, ieri a Dervio, oltre a una rappresentanza del gruppo alpini.

Dopo la deposizione di una corona al monumento ai caduti hanno preso la parola il sindaco, Stefano Cassinelli, e il presidente della sezione “Lario orientale” dell’Anpi, Roberto Citterio.

Citterio ha voluto ribadire la piena dignità di ogni forma di resistenza contro l’aggressione a stati democraticamente costituiti, come nel caso dell’aggressione russa all’Ucraina. “Ogni resistenza ha la propria peculiarità storica - ha detto - che non la rende di maggiore o minor valore, ma la cui comprensione aiuta i popoli nella ricostruzione una volta raggiunta la pace. Quella italiana è stata una resistenza contro l’aggressore nazista, una lotta civile contro i fascisti che avevano privato gli italiani della libertà e una lotta per le libertà anche sociali”.

Citterio ha anche voluto ricordare come i nazionalismi non siano una novità, ma ebbero tante parte nella deflagrazione delle due guerre mondiali, così come la capacità del nazismo e del fascismo di crearsi un iniziale consenso di massa quando le democrazie trascuravano le esigenze di giustizia sociale.

Stefano Cassinelli, dal canto suo, ha messo in evidenza l’importanza della battaglia contro il nazifascismo e ha sottolineato che il “fascismo non è da condannare per aver trascinato l’Italia in guerra”. “Purtroppo ogni nazione e ogni leader lo hanno fatto nella storia - ha detto - Le colpe imperdonabili del fascismo, che ancor oggi rendono l’antifascismo un valore, sono le leggi razziali, l’aver abbandonato centinaia di migliaia di soldati italiani nei campi di prigionia, aver fatto assassinare Matteotti, i fratelli Rosselli e tanti altri”.

Il primo cittadino derviese ha anche sottolineato che “una parola forte come fascista deve essere usata con attenzione, perché l’incapacità di sostenere un dibattito politico, la meschinità di alcuni e la poca sostanza di talune azioni politiche si traducono nell’additare altri come fascisti. Ecco, il più grande affronto che oggi si può fare all’antifascismo, ai partigiani, è proprio usare a vanvera la parola fascista”.

Le autorità si sono quindi recate a deporre un’altra corona alla lapide dei caduti presso il cimitero di Dervio.

Ha concluso la mattinata la celebrazione della messa nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo, con le parole di pace del parroco, don Andrea Molteni, il quale ha tra l’altro ricordato il recente incontro ecumenico tenutosi presso l’Oratorio di Dervio con la presenza di giovani cattolici, cristiani ortodossi ucraini e russi, musulmani e buddisti, che insieme hanno pregato per la pace.

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