04 maggio 2022

Lecco e il mondo dell’arte piangono il professor Angelo Bellini, pittore di fama internazionale

Con la professoressa Carla Ferracini, scomparsa lo scorso febbraio, e con l’architetto Ugo Sacchi diede un contributo determinante all’istituzione in città del Liceo artistico “Medardo Rosso”

Angelo Bellini, pittore di livello internazionale.


(C.Bott.) Soltanto lo scorso febbraio se n’era andata Carla Ferracini, dopo una vita dedicata all’insegnamento e alla pittura. A Lecco nessuno aveva dimenticato il suo determinante contributo all’istituzione del Liceo artistico “Medardo Rosso”, Fondamentale era stato in quella circostanza il suo apporto, al pari di quello dell’architetto Ugo Sacchi e del professor Angelo Bellini, scomparso ieri in città.

Classe 1938, originario di Redondesco, nel Mantovano, Bellini aveva frequentato il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle arti di Brera. Dopo aver collaborato come grafico e designer per prestigiosi studi di architettura di Milano, aveva insegnato per anni discipline pittoriche in licei artistici pubblici e privati.

Gli anni Sessanta lo videro imporsi nel panorama artistico con la partecipazione a importanti manifestazioni. Prese parte alla Quadriennale di Roma “La nuova generazione” e a varie Biennali. Tra le altre quelle di Milano, Gallarate e Firenze.

Allestì numerose mostre personali e collettive, oltre ad alcune rassegne d’arte, e diverse sue opere sono custodite in musei e gallerie, mentre altre appartengono a collezioni pubbliche e private.

Artista di fama e livello internazionali, da anni Angelo Bellini esponeva prevalentemente fuori dall’Italia, soprattutto in Francia, Germania e Inghilterra, ma anche oltre i confini europei, riscuotendo ogni volta lusinghieri consensi da pubblico e critica.

A cavallo tra il 2013 e il 2014, dopo una lunga assenza dal territorio lecchese, aveva esposto allo “spazioD” in quartiere Pescarenico. Le sue opere erano in prevalenza dipinti che ripercorrevano i fasti della storica arte pittorica italiana e celebravano la tradizione attraverso una tecnica assolutamente personale.

Un'opera di Angelo Bellini.


“I dipinti esposti, così come la sua arte - era stato scritto proprio in occasione della mostra "Note d’arte" - sono un gioco di scomposizioni che fotografano la realtà trasformandola in un puzzle ove l’osservatore può ricostruire l’immagine secondo i propri schemi mentali e il suo vissuto emozionale. La continua sovrapposizione di piani prospettici dona al soggetto principale protagonista della tela una profondità quasi onirica, obbligando lo spettatore a ricostruire mentalmente il dipinto in modo assolutamente personale, imponendogli una partecipazione attiva nella rivisitazione del soggetto ritratto”.

E ancora: “Tecnicamente, i toni sfumati e i cromatismi delicati, giocati su toni prevalentemente ora freddi ora caldi, sono sempre sussurrati e mai aggressivi. Nei quadri in mostra, al centro della tela vi è sempre l’oggetto che produce musica: ora un violino, ora un mandolino, una viola o un pianoforte. Tutti gli strumenti sembrano comparire dal nulla, non sono mai retti da individui, ma sospesi nello spazio e collocati in mezzo alla natura insieme ad altri oggetti che ne completano la composizione”.

Padrone di ogni tecnica pittorica (che fosse olio su tela e tavola, acquerello, incisione o disegno) Angelo Bellini nella sua pluridecennale carriera era approdato a uno stile personalissimo assolutamente efficace capace di regalare emozioni delicate e quasi sussurrate.

A Lecco Angelo Bellini, che lascia la moglie Anna e la figlia Paola, abitava in via Movedo, in rione Bonacina.

La camera ardente è allestita presso l'ospedale "Manzoni" fino alle 16.30 di oggi.

Nessun commento:

Posta un commento