30 maggio 2022

Gli anni nel lager nei ricordi di Elsio Bassi. “12 ore di lavoro al giorno e per pasto una ciotola di zuppa”

Il mandellese, classe 1924, venne fatto prigioniero nel settembre 1943 e rimpatriato nell'agosto 1945. Giovedì 2 giugno riceverà a Lecco la medaglia d’onore attribuitagli dal presidente della Repubblica

Elsio Bassi, mandellese, classe 1924.


(C.Bott.) E’ nato a Mandello Lario, dove vive tuttora, il 16 agosto 1924. L’estate prossima, dunque, compirà 98 anni. Lui è Elsio Bassi. Militare nel 7° Reggimento bersaglieri, venne catturato dai tedeschi a Bolzano nel settembre 1943 e tradotto nello Stammlager XI B di Fallingbostel, campo per prigionieri di guerra poco distante dal campo di concentramento di Bergen-Belsen in Bassa Sassonia, a sud-est della cittadina di Bergen.

155896 era il suo numero di matricola. Durante la prigionia lavorò in una fabbrica della cittadina di Peine come tornitore addetto alla produzione di stampi per la fusione delle bombe.

“Una settimana lavoravamo dalle 6 del mattino sino alle 18 - ricorda Bassi - e quella successiva dalle 18 alle 6. La domenica era giorno di riposo. Raggiungere la fabbrica richiedeva ogni giorno due ore di cammino e altrettante per fare ritorno al lager dopo il turno di lavoro, spesso in condizioni estreme specie d’inverno, quando la temperatura scendeva fino a meno 20 gradi”.

“L’unico pasto giornaliero - racconta sempre il mandellese - era costituito da una ciotola di zuppa preparata con acqua e 6-7 pezzetti di rape gialle, accompagnata da una fetta di pane nero misto a paglia. Un pane intero di due chili veniva suddiviso tra dodici prigionieri”.

“Chi era di turno dalle 6 alle 18 - continua Bassi, che a Mandello abita in piazza Indipendenza - consumava il proprio pasto intorno alle 20 al rientro nel campo di prigionia, mentre chi prendeva servizio alle 18 mangiava verso le 16 nel lager. Unico conforto erano alcuni pacchi che venivano inviati da mia mamma, naturalmente con quello che vi rimaneva dopo che gli stessi erano stati ispezionati dalle guardie tedesche”.



Nei ricordi indelebili di Elsio Bassi vi sono anche la scarsissima igiene (“ero costantemente invaso dai pidocchi”, dice) e la consapevolezza di essersi salvato soltanto grazie alla sua capacità di dormire a qualsiasi ora fosse consentito ai prigionieri e nonostante i morsi della fame.

“Devo molto - conclude - anche al mio buon stato fisico giovanile, che mi ha preservato da malattie e infezioni che, se contratte, mi avrebbero certamente portato alla morte, come purtroppo accaduto a molti miei compagni di prigionia meno fortunati”.

Per Elsio Bassi, che venne rimpatriato nell’agosto 1945, la festa della Repubblica di giovedì 2 giugno avrà un significato decisamente particolare. In occasione della cerimonia che si terrà con inizio alle ore 10 in piazza Garibaldi a Lecco il mandellese riceverà infatti la medaglia d’onore attribuitagli con proprio decreto dal presidente della Repubblica e riservata ai cittadini italiani - militari e civili - deportati e internati nei lager nazisti.

Grande merito per l’attribuzione di questo riconoscimento va riconosciuto ad Augusto Giuseppe Amanti, valsassinese di Barzio, da sempre particolarmente sensibile alle vicende e ai drammi vissuti dagli italiani internati nei lager nazisti, tanto da essere riuscito nell’intento di fare ottenere la medaglia d’onore a oltre 200 ex prigionieri del Lecchese.

Va detto che nel 1960 a Bassi, bersagliere in congedo, era stata concessa la croce al merito di guerra dal comandante della Regione militare Nord-ovest dell’Esercito italiano.

Nessun commento:

Posta un commento