05 novembre 2020

Lucia Codurelli: “Fontana, smettiamola con questo continuo e ingiustificato scaricabarile”

L’ex parlamentare lecchese: “E’ incomprensibile, in questo momento drammatico, il cinico atteggiamento della Regione Lombardia e del suo presidente”

Lucia Codurelli


Da Lucia Codurelli, ex parlamentare lecchese prima dei Ds poi del Pd, già segretaria sezionale del Pci di Mandello e segretaria di federazione dei Democratici di sinistra, da sempre impegnata per i diritti civili (attualmente è presidente del Fondo Carla Zanetti costituito per favorire un efficace percorso di liberazione delle donne vittime di maltrattamenti e soprusi), riceviamo e pubblichiamo:

Il Dpcm lascia, giustamente e correttamente, la possibilità al ministro della Salute e al presidente della Regione di trovare un’intesa per esentare dall’applicazione delle norme più restrittive alcune zone della regione.

“Il nostro territorio provinciale deve essere esonerato!”. “Non possiamo essere equiparati ad altri territori della Lombardia”. Fontana si assuma le proprie responsabilità e eviti, come suo solito, di scaricare il barile su altri.

In Lombardia in un mese (4 ottobre - 4 novembre) i pazienti Covid ricoverati negli ospedali sono aumentati da 335 a 5.525. Tra questi, quelli ricoverati in terapia intensiva sono passati da 39 a 507, occupando oltre il 47 per cento dei 1.075 posti disponibili. Ben al di là della soglia critica, fissata al 30 per cento.

Il sistema sanitario lombardo è in evidente difficoltà e dalla regione (la stessa che considera le misure restrittive varate dal governo “uno schiaffo ai lombardi”) è arrivata l’indicazione di ridurre drasticamente l’attività ordinaria degli ospedali, anche nelle province la cui condizione è meno critica, sospendendo gli interventi già programmati per lasciar spazio ai pazienti Covid.

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera Vittorio Demicheli, membro della cabina di regia nazionale che monitora il rischio Covid su indicazione della Regione Lombardia (la stessa regione il cui presidente Attilio Fontana ha dichiarato ieri che la scelta del governo è “senza una motivazione valida e credibile”), sostiene che la chiusura della Lombardia è tardiva e andava fatta due settimane fa.

La frustrazione, le proteste e la rabbia dei cittadini e degli imprenditori, costretti a fare i conti con decisioni che limitano la libertà di tutti e costringono molti tra loro a sospendere la propria attività lavorativa, sono assolutamente comprensibili. Vanno ascoltate e hanno diritto a risposte concrete sia sul piano sanitario sia su quello economico e sociale.

Nessuno ha la bacchetta magica e a nessuno fa piacere chiedere sacrifici. Ci si è assunti la responsabilità di scelte difficili e impopolari, abbiamo il dovere di aiutare le famiglie e i lavoratori interessati dalle nuove restrizioni. Per questa ragione si sta lavorando in queste ore a un nuovo decreto legge con misure di sostegno il più possibile rapide.

Ciò che è assai meno comprensibile, in questo momento drammatico, è il cinico gioco allo scaricabarile della Regione e del suo presidente. Lo stesso presidente che da giorni - come già era avvenuto a marzo - chiedeva a gran voce l’intervento diretto del governo e poi ha scatenato una polemica insensata e irresponsabile contro le decisioni assunte dal governo stesso.

Stefano Cappellini su Repubblica ha parlato di uno spettacolo indecoroso offerto da molti presidenti di Regione. Ha ragione. E purtroppo la Lombardia è al centro di questo teatrino. Speriamo che finisca il prima possibile. E’ l’ultima cosa di cui i lombardi hanno bisogno.

Lucia Codurelli

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