24 novembre 2020

“Quando Ulisse mi chiese di accompagnarlo a vedere il lago. Per l’ultima volta, mi disse”

Un messaggio: “Era il nostro “padrone”, ma un padrone di un’umanità straordinaria e lo ha dimostrato sino all’ultimo”. E un altro: “Soltanto una volta mi capitò di incontrare un imprenditore e amministratore d’azienda come Guzzi, era Marisa Bellisario”

Ulisse Guzzi

 

(C.Bott.) “Tutti i lecchesi, la classe dirigente e l’imprenditoria in particolare, in questo periodo di grandi difficoltà per il futuro determinate dalla pandemia da coronavirus e dalle incognite che si delineano per il futuro nostro e dell’umanità intera, dovrebbero rifarsi all’insegnamento di persone del calibro di Ulisse Guzzi e di altre grandi figure lecchesi tra le quali anche Ugo Bartesaghi, che in momenti topici seppero scegliere e indicare a tutti, con la loro cultura e il loro esempio, la giusta strada da intraprendere. Onore e gloria a persone come Guzzi”.

E’ uno dei significativi messaggi pervenuti dopo la pubblicazione del servizio - a firma di Gianfranco Colombo - dedicato a Ulisse Guzzi, nativo di Mandello Lario, figlio del fondatore della gloriosa Casa dell’Aquila, imprenditore illuminato e uomo della Resistenza, nel quarantesimo anniversario della morte.

“Capire le nostre radici per sapere chi siamo e anche, in parte, dove andiamo - ha scritto un altro lettore - Ottimo scorcio di storia lariana ed eccellente ritratto di una fulgida figura”.

Lucia Codurelli, ex parlamentare, parla di Ulisse Guzzi come di “un pezzo di storia a tutto tondo del Lecchese e non solo”. “Per me come per tantissimi altri che hanno passato la vita al “Tubettificio ligure” ad Abbadia Lariana e poi al “Tubettificio europeo” - aggiunge - il suo ricordo è tuttora vivo. Sì, era il nostro “padrone” ma un padrone anomalo, di un’umanità straordinaria e lo ha dimostrato sino all’ultimo. Non è un caso che ai suoi funerali fossero presenti in massa le lavoratrici e i lavoratori. Mi auguro allora che, una volta superata questa pandemia, la Biblioteca “Pozzoli” di Lecco e non solo si ricordi di Ulisse, della sua storia e della sua compagna Angela, altrettanto protagonista dalla Resistenza in poi”.

“Io ho conosciuto Ulisse Guzzi - si legge in un altro messaggio a firma Gennaro Pannozzo - quando mi sono innamorato di sua nipote Romilda. Ci ha invitato subito a cena. Facevo il sindacalista della Fiom-Flm a Lecco e seguivo anche il “Tubettificio ligure” di Abbadia Lariana. Da quando ho conosciuto Ulisse ci sono state tante chiacchierate sul presente ma soprattutto sul passato, cioè sulla Resistenza. Qualche settimana prima di lasciarci mi chiese di accompagnarlo con la mia auto a vedere il lago. “Per l’ultima volta”, mi disse”.

E più avanti: “Angela Locatelli era la sua ombra. Erano molto uniti. Quando il “Tubettificio” iniziò a andar male io ne parlai con Pio Galli, all’epoca segretario generale della Fiom. Voleva sapere come stavano le cose dal momento che lui e Ulisse erano stati compagni nella lotta di Resistenza. Telefonò a Guzzi e lo invitò a Roma insieme a me. Ricordo quel pranzo e ricordo altresì l’insistenza di Pio affinché la fabbrica venisse venduta alla “Allosuisse”, mentre Ulisse insisteva sulla Efim. Galli non riuscì a convincerlo, anche perché l’Angela voleva che il “Tubettificio” rimanesse italiano. E così fu”.

In un altro messaggio si legge: “In ogni epoca storica nascono gli uomini adatti a interpretare il senso di quel tempo e a dare le risposte sociali e politiche più indicate. Ulisse Guzzi racchiuse in sé entrambe queste capacità di visionario, di organizzatore e guida nella Resistenza, oltre che di imprenditore economico, interprete dei nuovi valori costituzionali nel mondo del lavoro”.
“Spero che anche in questo nostro tempo che ci consegna il Covid-19 di ultimatum alla Terra - osserva lo stesso autore del messaggio - nascano figure di visionari e politici che ancora non si vedono, capaci di reggere il timone del pianeta su cui stiamo navigando a vista e senza una precisa rotta. Unico a indicarci la via di un ecologismo salvifico della Terra e di noi stessi resta papa Francesco, che nella sua enciclica Laudato si’ dice: “Ciò che sta accadendo ci pone di fronte all’urgenza di procedere a una coraggiosa rivoluzione culturale”. Penso che l’Anpi si possa riconoscere in queste parole, offrendo la visione profetica della Costituzione italiana, che necessita di nuovi e capaci realizzatori dei suoi valori”.

E Bruno Fabretto scrive: “Ulisse Guzzi, un padrone anomalo. Nella mia lunga vita professionale, iniziata proprio al “Tubettificio”, ho avuto modo di valutare le capacità di molti imprenditori e amministratori d’azienda. Soltanto un’altra volta, però, mi capitò di incontrarne una come Ulisse Guzzi, era Marisa Bellisario”.

“Ho avuto anch’io la fortuna di conoscere Guzzi perché qualche volta accompagnava sua moglie Angela ad acquistare prodotti gastronomici - osserva Filippo Di Lelio - Si intratteneva pure con mio suocero Nino Rigamonti, primo cugino di Ugo Bartesaghi… Parlo degli anni Settanta del secolo scorso”. 

Significativa anche la testimonianza di Aristide Angelo Milani, poeta dialettale lecchese. “Sono stato assunto agli albori del ‘64 come “impiegato di cabina” al distaccamento del “Tubettificio ligure” di Lecco denominato “Guzzi TL” - scrive -  una piccola azienda che successivamente venne aggregata alla sede di Abbadia Lariana. Da semplice impiegato mi avvicendavo tra officina e ufficio tecnico, mansioni che ho ricoperto fino al giugno del ‘72, anno delle mie dimissioni. Rammento quando arrivava il dottor Guzzi con il suo “toscano” in bocca e con quell’aria un po’ felliniana, ma decisamente più carino nei lineamenti, e si metteva al tecnigrafo con i tecnici a commentare i macchinari di cui era il promotore. Questo aspetto del “patron” apparentemente poco significativo io l’avevo notato invece come fiore all’occhiello della sua natura manageriale”.

“La genialità di questa scelta - aggiunge Milani - consisteva appunto nell’aver superato se stesso per la singolarità mostrata nel produrre non soltanto gli “imballaggi metallici” ma pure le linee di produzione ad essi associate. Il dottor Ulisse Guzzi teneva molto a questa originale competizione e, pur non avendo avuto una formazione scientifica, si è distinto in modo significativo nel panorama imprenditoriale”.

In un ultimo messaggio si legge: “Un personaggio senza tempo, ufficiale, militare, partigiano, imprenditore, uomo di cultura e promotore di eventi”.

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