23 maggio 2019

A Lecco con la Fand si è parlato di urbanistica universale

I futuri architetti del corso di urban design del Politecnico di Lecco, grazie alla disponibilità e sensibilità del professor Minucci, della professoressa Colucci e dell’architetto Schellino hanno potuto ascoltare dalla Fand provinciale come una progettazione universale possa portare benefìci per tutti.
Così nei giorni scorsi i presenti hanno potuto seguire con interesse e partecipazione la relazione di Michele Corti, architetto dell’Anmic e della Fand provinciale, che ha magistralmente esposto il valore di una pianificazione urbana che tenga conto dei vari aspetti tecnici, non escludendo nella sua attuazione anche il  coinvolgimento del tessuto sociale e culturale, indispensabili per una vera inclusione e una rispettosa convivenza.
Raccogliere e soddisfare le esigenze delle persone con disabilità non sono solo opere di sensibilità ma permetteranno a tutti - donne in gravidanza, mamme con il passeggino, persone con disabilità temporanee - di godere della gioia di muoversi in liberta negli appartamenti così come nei parchi cittadini.
“Quando si è limitati per qualsiasi ragione a svolgere un’attività meglio si comprende chi per una condizione fisica tale impossibilità è permanente. Non è mai superfluo ricordare quanto ognuno può fare per rendere più semplice la vita agli altri. Non parcheggiare sui marciapiedi, raccogliere la deiezione dei propri beniamini a quattro zampe, non occupare lo stallo riservato alle persone con disabilità non vuol dire favorire qualcuno - ha dichiarato Silvano Stefanoni, presidente della Fand di Lecco - ma semplicemente comportarsi in maniera civile”.
Progettare rispettando le normative d’urban design è anche un risparmio per la collettività, perché evita di intervenire successivamente con adeguamenti spesso poco gradevoli esteticamente.
La persona con disabilità è uomo o donna e non esiste il terzo sesso: pertanto non progettare bagni o camere d’albergo appositi è già un passo importante verso l’abbattimento delle barriere culturali.
“Oggi - ha aggiunto Stefanoni - esistono arredamenti confortevoli per tutti e all’occorrenza adeguati a chi vive una condizione di disabilità. I bagni pubblici dovrebbero essere esclusivamente maschili o femminili e al loro interno riservarne uno con gli adeguamenti necessari per le persone con disabilità”.
Questo corso del Politecnico, offerto per quest’anno in modo sperimentale, verrà riproposto anche nei prossimi anni, in quanto ha dimostrato la sua validità e suscitato interesse.
“Rendere prima più visibile e poi sempre più concreta questa architettura universale presso la futura generazione di professionisti - ha concluso il presidente Stefanoni - contribuisce certamente ad agevolare la libertà e il piacere di muoversi per studio, lavoro o svago di ogni uomo e di ogni donna, giovane o anziano, senza discriminazione in Italia, in Europa e nel mondo”.


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