11 agosto 2019

Il grazie di Abbadia Lariana a don Vittorio: “Sei stato comprensivo e solidale”


Il sacerdote: "Stare insieme a voi nove anni è stato molto bello, ora vogliate bene al nuovo parroco"
di Claudio Bottagisi
“Stare con voi nove anni è stato molto bello. Ora però promettete di continuare così. State vicino e vogliate bene al nuovo parroco e siate sempre donne e uomini autentici”. Così don Vittorio Bianchi ha concluso oggi la celebrazione eucaristica in onore del patrono San Lorenzo.
Una messa solenne partecipata e contrassegnata da momenti anche di autentica commozione per la concomitanza con il saluto della comunità pastorale di San Lorenzo e Sant’Antonio di Crebbio proprio a don Vittorio, prossimo a lasciare Abbadia Lariana.
“Dobbiamo vivere da gente contenta e soddisfatta sapendo che Dio è con noi”, aveva detto appena prima il sacerdote nel congedare i fedeli. E rispondendo all’indirizzo di saluto rivoltogli dai parrocchiani, che ne avevano tra l’altro evidenziato la sua umanità e la sua grande preparazione, non aveva esitato ad ammettere di non aver mai particolarmente brillato a livello individuale.
“A scuola mi accontentavo del 6 appena appena - aveva simpaticamente detto al riguardo - e la prima predica l’ho fatta quando sono diventato prete, ma non sapevo cosa dire. In seguito mi sono reso conto che evidentemente a parlare per me e di me è il Signore”.
All’omelìa don Vittorio, rifacendosi alla figura di san Lorenzo martire, aveva ammonito a imitare il patrono nel suo amore per Cristo e verso i fratelli, “proprio come deve essere il ministero che il sacerdote è chiamato a svolgere all’interno della comunità in cui opera”.
Poi, inevitabili, alcuni riferimenti ai nove anni trascorsi ad Abbadia. “Mi auguro di avervi aiutato a credere e crescere nella fede - aveva affermato rivolgendosi direttamente ai parrocchiani - e vi chiedo scusa se non sono venuto incontro a tutte le vostre esigenze. Se poi qualcuno si è sentito messo da parte, sappia che non era nella mia volontà”.
Quindi altri accostamenti al Vangelo della domenica. “Noi siamo un piccolo gregge - aveva detto - e non dobbiamo aver paura perché Dio ci vuole esattamente così. Allora la Chiesa non deve temere le sfide del mondo. Da parte nostra siamo tenuti a volerci bene in quanto fratelli”.
Prima della conclusione della messa il “grazie” dei suoi parrocchiani. “Grazie per averci trasmesso la testimonianza di Cristo vivo in mezzo a noi e per averci fatto vivere la gioia del Vangelo - ha detto una parrocchiana a nome dell’intera comunità pastorale - E grazie per averci affidati all’infinito amore di Dio e averci fatto apprendere il concetto secondo cui ognuno di noi ha un padre umanissimo e al tempo stesso divino”.
E ancora: “Rileggeremo con interesse e un po’ di nostalgia le sue parole nelle e-mail che accompagnavano settimanalmente il notiziario parrocchiale, come ad esempio quelle con cui nell’ottobre 2013 volle trasmetterci l’amore per la sua e nostra terra, alla cui valorizzazione ha certamente contribuito: All’alba, inizio di un nuovo giorno, nebbiolina sulle montagne ma la consapevolezza che lassù in alto c’è il sole splendente che ravviva, dona i colori, la voglia di vivere… alla grande. E allora che il nostro sole, Gesù, sia sempre presente nonostante nebbie, buio e tempeste”.
Significativa anche la testimonianza letta da una giovane a nome dei bambini e dei ragazzi della comunità di Abbadia: “Sei stato per noi una guida, un pastore comprensivo e solidale, scherzoso e coraggioso. Ora tutto parla di te: il piazzale della nostra bella chiesa, le facciate esterne appena ristrutturate, il nostro oratorio “Pier Giorgio Frassati” accogliente e ben attrezzato, il campo di calcio apprezzato da tutti”.
“Sei stato paziente e tollerante con noi - ha aggiunto - che all’ombra della parrocchia abbiamo trovato un posto accogliente, sempre pulito e pronto ad accogliere feste come quella di questi giorni in onore del patrono San Lorenzo. Sì, ci lasci una grande “firma” e un grande ricordo”.
Tenero e affettuoso anche il “grazie” dei chierichetti e quello dell’Azione Cattolica parrocchiale e del vicariato. E significativo il saluto di Roberto Azzoni, da pochi mesi alla guida di Abbadia Lariana.
“Abbiamo apprezzato il tuo grande spirito di servizio alla comunità, oggi purtroppo sempre meno diffuso sia in ambito ecclesiastico sia nel campo politico-amministrativo - ha detto il sindaco - così come il tuo entusiasmo e la tua disponibilità. Grazie per quel forte senso di comunità che hai portato avanti anche fuori dalle porte della nostra chiesa, impersonando lo spirito dei discepoli che dopo la Pentecoste non hanno avuto paura di “sporcarsi le mani” andando in mezzo alla gente”.
“Come tu hai dato tanto a questa comunità - ha concluso il sindaco - spero che anche noi siamo stati in grado di darti qualcosa, pur nelle nostre limitatezze e con i nostri caratteri talvolta ruvidi. E vogliamo sperare che quando ci guarderai dall’altra parte del lago i tuoi sentimenti e i tuoi ricordi di noi siano positivi”.
L’ultimo “grazie” a don Vittorio da parte del Coro Sant’Ambrogio di Lierna, in più occasioni partecipe alle iniziative proposte dal parroco di Abbadia e che anche oggi ha accompagnato con i suoi canti la celebrazione eucaristica, poi la festa è continuata sul sagrato e nel giardino parrocchiale.
Nel servizio fotografico di Claudio Bottagisi, le immagini della celebrazione eucaristica nella chiesa parrocchiale di Abbadia Lariana e della festa di saluto a don Vittorio Bianchi.

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