23 agosto 2019

“Tiziano, chissà se lassù il Signore ti farà fare il sacrestano!”

Il rito funebre nella chiesa arcipretale di San Lorenzo a Mandello. "Ora le campane suonano per te e ti dicono grazie"
Tiziano Curioni

di Claudio Bottagisi
Semplice nella vita come nella morte. Semplice come il bouquet di fiori rossi e bianchi collocato sulla sua bara nel giorno dei funerali, al centro della “sua” arcipretale di San Lorenzo, dunque nel posto più importante della chiesa “perché - come ha evidenziato don Giuliano Zanotta introducendo il rito religioso - quello era il posto che lui ha sempre occupato”.
Mandello ha salutato questa mattina Tiziano Curioni, morto mercoledì 21 agosto nel giorno del suo settantatreesimo compleanno.
Una vita al servizio degli altri e nel segno dei due comandamenti ricordati nell’omelìa dal parroco della comunità pastorale: amare Dio e amare il prossimo. Esattamente quello che ha fatto Tiziano, “perché non conta tanto la quantità e neppure la qualità delle nostre preghiere - ha sottolineato il sacerdote - ma la fedeltà, l’essere presenti, essere sul posto”. E lui è stato così. Sempre.
“Davanti al Signore ogni persona ha uguale dignità - ha aggiunto don Giuliano - e il tempo che Dio ci dona per rimanere su questa terra deve istruirci a vivere nel bene, come ha saputo fare Tiziano”.
Già prima che la celebrazione liturgica avesse inizio, il prevosto (che era affiancato all’altare, tra gli altri sacerdoti, da don Donato Giacomelli, fino allo scorso anno arciprete di “San Lorenzo” e ora alla guida delle parrocchie dell’Unità pastorale di Dubino, Cino, Mantello e Cercino) aveva ricordato il bene fatto da Tiziano a favore della comunità. Per poi aggiungere: “Chissà se lassù il Signore gli farà fare il sacrestano!”.
Al termine della messa la lettura di tre significative testimonianze. La prima, quella di padre Mario Marazzi. “Tiziano è stato un mite secondo il Vangelo - ha scritto il missionario mandellese da Hong Kong - Lo ricordo attivo nelle varie mansioni della chiesa di San Lorenzo e gli siamo grati per tutti quei servizi. Ora che per lui sono passate le cose di questo mondo, il Signore lo porti con sé dove non è lutto né  pianto, ma pace e gioia”.
E suor Gabriella Zucchi, suora della Carità a Miasino, nel Novarese, ha scritto: Ciao carissimo Tiziano, desidero anch’io essere presente con il cuore e con lo spirito alla messa che si celebra oggi per te. Ti penso già nel mistero dell’eternità nella casa del Signore, la Casa che attende tutti”.
“Tu hai continuato il servizio - ha scritto ancora la religiosa, figlia dell’autore dell’Oppidum Mandelli - che i miei nonni paterni, aiutati da mio papà Vincenzo e dalle zie, facevano con tanto amore nella nostra bella chiesa parrocchiale: campane, cambio di biancheria, accensione di ceri, luci e tanto altro”.
Poi l’ultimo saluto: “Ora le campane suonano per te, mio caro Tiziano, e ti dicono grazie per il dono che sei stato in questa terra sulle sponde del lago. E al loro suono unisco il mio ricordo affettuoso e la mia preghiera”.
Infine la testimonianza di Angelo Lafranconi, mandellese ora a Roma: “Ho ricevuto con dolore la triste notizia della morte di Tiziano. Ho lasciato Mandello per lavoro quando lui era un giovincello. Tornavo al mio paese durante le feste patronali di San Lorenzo e quando Tiziano mi vedeva mi dava il suo benvenuto con sorrisi sufficienti perché io fossi contento del viaggio. Ecco, i sorrisi di Tiziano non li dimenticherò mai”.

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