21 marzo 2023

Fiumelatte in festa. Sabato 25 marzo processione, canestri e tortelli, domenica 26 messa solenne

Un'immagine d'archivio della processione che si tiene in occasione della festa  dell'Annunciazione.
 
(C.Bott.) La tradizione affonda le radici in anni lontani e vuole che la festa si tenga in occasione dell’Annunciazione, la cui ricorrenza liturgica cade il 25 marzo. Così sarà anche quest’anno, con la frazione varennese di Fiumelatte che celebrerà la Madonna nera con una processione che sabato partirà da Pino alle ore 20 e sarà seguita dall’incanto dei canestri e dalla distribuzione dei “turtej de la Madona”, deliziosi tortelli ricoperti di zucchero a velo la cui tradizione culinaria viene tramandata dalle donne del paese.

Domenica 26, poi, nella chiesa della frazione intitolata alla Vergine di Loreto alle 10.30 messa solenne e lunedì 27 alle 20.30 celebrazione eucaristica in suffragio dei defunti.
La statua lignea della Madonna nera con bambino bianco custodita nella chiesa di Fiumelatte viene fatta risalire al XVII secolo, quando l’Oratorio della frazione venne benedetto da padre Vittorio Bertarini, oblato del Santo Sepolcro di Milano, rettore e parroco della chiesa di San Giorgio in Varenna in data 11 agosto 1685.
Nel 1967 l’Oratorio venne dedicato all’Annunciazione, ricostruito  per volontà di monsignor Diego Venini, nativo di Fiumelatte e dapprima segretario poi elemosiniere segreto di quattro pontefici (da Pio XI a Paolo VI) la cui salma riposa proprio in Fiumelatte.
Caratteristica della statua è come detto la Madonna Nera con bambino bianco, a rappresentare l’unità delle razze in Cristo e in Maria. Dal collo della Vergine pende una collana con tre file di preziosi.

 
Importante aneddoto storico è che negli anni Cinquanta l’allora coadiutore di Varenna, constatando il deterioramento della statua, programmò di farla restaurare e in sostituzione ne commissionò una nuova, di foggia del tutto simile a quella della Madonna di Loreto, che come noto ha il corpo interamente fasciato, braccia comprese, così che la gente di Fiumelatte le attribuì il titolo, poco decoroso, di “Madonna della penagia” (nel dialetto locale la “penagia” è uno strumento artigianale utilizzato per trasformare la panna in burro).
L’avversione dei cittadini ad accogliere la nuova statua convinse i parroci a far eseguire un restauro dell’antica statua.
 

 

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