29 marzo 2023

Abbadia Lariana. 29 marzo 2005 - 29 marzo 2023, buon diciottesimo compleanno, “Michy”!

Per ricordare Michele Barra, stroncato nel 2015 da un tumore toracico, i suoi compagni hanno messo a dimora un ulivo in uno spazio verde antistante il municipio del paese

 
(C.Bott.) Michele Barra abitava ad Abbadia Lariana e oggi, 29 marzo, avrebbe compiuto 18 anni e sarebbe diventato maggiorenne. Avrebbe compiuto e sarebbe diventato, già. Perché “Michy”, come tutti lo chiamavano, classe 2005, è morto un giorno di novembre del 2015, quando dunque di anni ne aveva soltanto 10.
Nel 2014 gli era stato diagnosticato un tumore toracico raro e aggressivo. Combatté con tutte le sue forze per vincere quella terribile battaglia (non a caso suo padre Stefano ha sempre definito suo figlio “il mio grande guerriero”). Sembrava avercela fatta, poi - cinque mesi dopo essere stato operato - ecco la recidiva del tumore a livello osseo, le ulteriori cure e la chemioterapia. E, il 26 novembre di otto anni fa, la sua morte.
Il dottor Paolo Scanagatta, il chirurgo che all’Istituto nazionale dei tumori di Milano operò “Michy”, un giorno raccontò: “Quando gli venne diagnosticato un tumore toracico il suo mondo si capovolse ma lui non smise di sorridere. Sapeva interpretare le immagini della TAC e pochi giorni prima di essere operato mi spiegò che aveva fatto ricerche su vari siti Internet e che voleva guarire per diventare lui stesso un chirurgo, magari proprio un chirurgo toracico. Rimasi catturato da quel ragazzino di 9 anni come non mi era mai capitato nella mia carriera. Lo guardai e fu come rivedere me stesso…”.

 
Un giorno “Michy” regalò al dottor Scanagatta un suo disegno. Raffigurava lui in sala operatoria e, sul foglio, c’era una dedica: “Per il mio amico chirurgo dottor Paolo Scanagatta”.
Raccontando del loro ultimo incontro, una decina di giorni prima che Michele mancasse, il medico disse: “Era sotto morfina per i forti dolori ma era in piedi, con un sorriso coraggioso sul viso. Gli toccai il braccio e lui fece subito una smorfia di dolore, che però svanì velocemente. “Ehi, dottore, ricordati che nel braccio ho l’ago sottocutaneo”, mi disse. “Scusami”, gli risposi. E lui: “Nessun problema! Ricordati però che mi devi portare in sala operatoria con te”. E si mise a ridere… Capii che “Michy” mi aveva dato una grande lezione, che io avevo imparato. La lezione era questa: a volte ti ritrovi coinvolto nella dinamica di immedesimazione tra medico e paziente e semplicemente non puoi farci niente”.

 
Qualche tempo dopo la sua morte ad Abbadia Lariana venne costituita un’associazione che, voluta da mamma Paola e papà Stefano nel nome e nel ricordo di "Michy", da allora si segnala per una serie di iniziative finalizzate a raccogliere fondi a scopo benefico e  destinate in particolare alla Pediatria oncologica proprio dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano.
Oggi pomeriggio, come detto nel giorno del diciottesimo compleanno di “Michy”, un gruppo di suoi coetanei, affiancato da alcuni genitori, ha messo a dimora un ulivo nello spazio verde sovrastante piazza Carlo Guzzi, davanti al municipio del paese. Tra i suoi rami un nastro arancione su cui ogni compagno di "Michy" ha lasciato uno scritto. Buon compleanno, “guerriero”!
 







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