26 aprile 2020

Il vescovo ai fedeli della diocesi: “Si avvicina la fase 2, fate proposte ai vostri parroci”

Accanto a lui stamattina nel santuario di San Fermo della Battaglia don Ferruccio Ortelli, già parroco a Somana di Mandello. Monsignor Oscar Cantoni: “La nostra vita di servizio e di amore donato in questo tempo tornerà a pulsare”
Don Ferruccio Ortelli accanto al vescovo Oscar questa mattina all'altare del santuario di San Fermo della Battaglia.
(C.Bott.) Un gesto di vicinanza e al tempo stesso di riconoscenza nei confronti del personale sanitario e di tutte le persone che, a maggior ragione in questo tempo di emergenza, assicurano il regolare funzionamento degli ospedali.
Con questo intento il vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, aveva scelto il santuario di San Fermo della Battaglia dedicato ai santi Fermo a Lorenzo per celebrare oggi la messa della terza domenica di Pasqua.
Accanto a lui, durante la celebrazione, don Ferruccio Ortelli, già parroco a Somana di Mandello e ora alla guida della parrocchia di San Fermo, e il cappellano dell’ospedale Sant’Anna, il camilliano padre Alessandro Viganò.
Introducendo la sua omelìa il vescovo ha avuto parole di stima, gratitudine, sostegno e apprezzamento per  i medici e gli infermieri e in generale per tutti coloro i quali lavorano negli ospedali. “Mi riferisco - ha detto - a coloro ai quali sono affidate la pulizia e la sanificazione degli ambienti e degli strumenti, a chi si occupa della cucina e della manutenzione delle apparecchiature tecniche dell’ospedale, a chi è impegnato nei trasporti e nelle varie commissioni, ai tecnici di laboratorio e di radiologia, agli operatori socio sanitari e al personale ausiliario socio-assistenziale, oltre che al personale amministrativo, agli assistenti sociali, agli psicologi, ai fisioterapisti e ai logopedisti, agli uomini della sicurezza. Anche in un ospedale, come nelle altre realtà sociali, è importante e prezioso il ruolo di tutti, nessuno escluso”.
Il vescovo Oscar durante la sua omelìa.
Rifacendosi al testo del Vangelo della domenica, monsignor Cantoni ha affermato che “anche i nostri occhi, incrostati di mondanità, fanno fatica a riconoscere la presenza del  Signore tra noi, soprattutto in questi giorni  di incertezza e di dolore”. “Tuttavia Gesù ci viene incontro - ha aggiunto - pronto ad ascoltare i gemiti del cuore di ciascuno, desideroso di manifestare la potenza del suo amore”.
“Anche noi - ha aggiunto il prelato - in questo periodo di pandemia potremmo dire: “Speravamo di essere invincibili, ci illudevamo di essere i padroni del mondo, pronti a reagire davanti a ogni evenienza e invece ci riscopriamo tanto vulnerabili e fragili.” I due discepoli del Vangelo sono poveri di speranza, che è una vera malattia dello spirito. Beati noi, allora, se in questo tempo di incertezza e smarrimento abbiamo trovato qualcuno disposto ad ascoltarci e se siamo riusciti a confidarci con Lui”.
“La nostra vita di servizio e di amore donato in questo tempo tornerà a pulsare - ha concluso il vescovo - Rinnoviamo quindi la fede pasquale e lasciamoci trasformare dall’annuncio gioioso del risorto. Gesù sa come rinnovare la nostra vita e quella della nostra comunità, si impegna a rigenerare in noi la bellezza e a far rinascere la speranza”.
A conclusione della messa monsignor Cantoni ha ricordato l’approssimarsi della cosiddetta “fase 2” dell’emergenza coronavirus e invitato tutti i fedeli della diocesi a comunicare ai propri parroci eventuali proposte per la liturgia nelle chiese e per lo svolgimento dei funerali, sempre tenendo presenti le disposizioni generali che verranno assunte. “Le vostre - ha specificato il vescovo - dovranno essere ovviamente proposte realistiche”.
Monsignor Cantoni ha altresì invitato a sostenere i più poveri e le famiglie maggiormente colpite dalle conseguenze economiche della crisi, anticipando come sia allo studio della diocesi un piano per meglio accompagnare proprio le famiglie svantaggiate.

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