17 aprile 2020

Varenna e “Il bello dell’abitare”. Villa Monastero, la casa museo si può visitare online

Per questo periodo in cui non è possibile visitare giardini e musei a causa dell’emergenza Covid-19, la Provincia di Lecco propone un’iniziativa online non soltanto per coloro i quali ancora non conoscono Villa Monastero di Varenna ma anche per chi desidera approfondire la conoscenza della casa museo.
L’iniziativa, denominata “Il bello dell’abitare a Villa Monastero: curiosità e arredo in una dimora eclettica lariana”, vedrà la pubblicazione sul sito Internet di Villa Monastero e sui canali social Facebook e Instagram di news, di schede descrittive curate dal conservatore della stessa casa museo, Anna Ranzi, oltre che di varie foto delle sale.
L’intento è ricordare al pubblico che Villa Monastero, conosciuta a livello internazionale quale sede di prestigiosi convegni e da alcuni anni sede per eventi privati di grande fascino e suggestione, ha una storia che inizia nel Medioevo.
E’ infatti una dimora in stile eclettico dove ogni ambiente è pervaso dallo spirito delle persone che vi hanno abitato nel corso dei secoli e hanno impresso il loro stile e la loro personalità.
L’edificio nasce come monastero femminile cistercense fondato alla fine del XIII secolo. All’inizio del Seicento viene trasformato dalla famiglia valsassinese Mornico e successivamente ristrutturato e decorato, tra il 1897 e il 1909, dal suo proprietario tedesco Walter Kees.
Nel 1936 la villa viene donata al Consiglio nazionale delle ricerche per diventare bene pubblico e museo per volere dell’allora proprietario, il naturalista milanese Marco De Marchi. Nel 1940 viene aperto al pubblico il giardino e nel ‘53 viene creato il centro congressi. Nel 2009 l’intero compendio viene acquistato dalla Provincia di Lecco, che la gestisce direttamente con interventi di valorizzazione e promozione.
All’interno di Villa Monastero nel 2003 è stata istituita e aperta al pubblico la raccolta museale, costituita da 14 sale con decorazioni e arredamento originali. La casa museo conserva inoltre la collezione di strumenti scientifici appartenuti a Giovanni Polvani, che fu presidente della Società italiana di fisica e del Consiglio nazionale delle ricerche.
“Con questa iniziativa - spiega Anna Ranzi - la Provincia vuole accompagnare il pubblico in un percorso di scoperta e approfondimento in vista della riapertura del giardino botanico e della casa museo in totale sicurezza, che si auspica possa avvenire quanto prima”.

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