25 aprile 2020

Mandello, il 25 Aprile e l’emergenza: “Ognuno di noi sarà responsabile di questa rinascita”

Il messaggio del sindaco, Riccardo Fasoli: “Gli anni che precedettero il 1945 videro i nostri nonni, gli stessi che oggi sono messi a dura prova da questo nemico invisibile, limitati nella libertà di affermare i propri diritti, le proprie opinioni”
Riccardo Fasoli, sindaco di Mandello.
(C.Bott.) La deposizione di corone di alloro alle lapidi e ai monumenti ai caduti presenti nel capoluogo e nelle frazioni da parte del sindaco, Riccardo Fasoli, poi la visita del primo cittadino al cimitero per un momento di raccoglimento.
Così Mandello celebra oggi il settantacinquesimo anniversario della Liberazione. Un 25 Aprile in solitudine e tuttavia, forse, un’opportunità in più per riflettere sul significato di questa data, scritta nella storia con la lotta, il sacrificio e il sangue.
Ecco allora, di seguito, il messaggio del sindaco:
“Libertà. Un concetto a volte abusato, a volte dimenticato ma che ora percepiamo in tutta la sua grandezza, obbligati a fare a meno di parte di essa.
Oggi proviamo un senso di costrizione e di ingiustizia per essere rinchiusi in casa, limitati nella nostra libertà di muoverci, di divertirci, di fare ciò che vogliamo.
Gli anni che precedettero il 1945 videro i nostri nonni, gli stessi che oggi sono messi a dura prova da questo nemico invisibile, limitati nella libertà di affermare i propri diritti, le proprie opinioni, di vivere e di amare, di credere nel proprio Dio.
In questa nostra pausa obbligata dagli impegni frenetici della vita ordinaria, non possiamo che capire ancora di più quale sia stato il vero sacrificio di quelle generazioni e del grandissimo dono che ci hanno fatto.
Le limitazioni di oggi sono nulla in confronto, ma sono altrettanto necessarie per recuperare le nostre libertà. Abbiamo un grande compito: rispettare le regole ci consente di salvare vite umane nella nostra famiglia, nella nostra comunità.
Per poter riprendere la strada del progresso che conduce al bene comune, nel quale ogni persona è valorizzata e tutelata in quanto parte di una universalità che tutti concorrono a migliorare, è fondamentale riconoscere lo stretto legame esistente tra noi e coloro che siamo stati abituati a considerare come estranei alla nostra vita.
Una comunità unita, rispettosa e propositiva può raggiungere un benessere maggiore rispetto al movimento sparso e individualista dei suoi singoli componenti.
Ognuno di noi ha e avrà il suo ruolo e la sua responsabilità in questa rinascita. Sarà difficile. Saremo tutti più di prima, o forse soltanto con maggiore consapevolezza, responsabili della salute di tutta la comunità.
In questa moderna battaglia per la libertà, il ringraziamento più grande va ai nostri eroi, medici e infermieri dei nostri ospedali, trovatisi dall’oggi al domani a gestire qualcosa di enormemente drammatico. La cicatrice psicologica che questa vicenda lascerà loro è molto simile a quella di chi visse in prima linea le guerre mondiali.
Non da meno l’impegno e la fatica dei nostri medici di base, dei soccorritori, di tutte le forze dell’ordine impegnate in questi tristi mesi e di tutte le associazioni che hanno dato il loro aiuto alla popolazione.
Nel cuore di tutti noi l’impegno e la dedizione dei volontari della nostra Protezione civile e del Soccorso degli alpini: silenziosi e sempre presenti angeli custodi della nostra comunità.
Restare uniti, sorreggerci e aiutarci è l’unico modo per ricordare, l’unico modo per riprenderci la libertà del nostro tempo, l’unico modo per ripartire.
La commemorazione del 25 aprile non è un inno al passato ma un richiamo all’unità, alla fratellanza, alla solidarietà, al rispetto reciproco. E’ un richiamo al vero senso di libertà”.

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