10 dicembre 2021

Romeo Curti, una pagina di storia gastronomica. Ora il lungolago di Lecco è un po’ più malinconico

Un maestro dell’accoglienza dal sapore antico e familiare nel senso più ampio e nobile del termine, fatto di calore e squisita sobrietà



di Lorenzo Morandotti *

Il lago riflesso in un piatto, con la sua storia e i suoi profumi, le sue opere e i suoi giorni, stagione dopo stagione. Non potremo dimenticare l’eleganza e il profumo schiettamente lombardi del suo carrello di bolliti, da sempre la specialità della casa.

Non è prosaico ricordare in un momento di lutto e di addio un professionista della cucina attraverso le sue creazioni. Sono il simbolo del suo lavoro, così come il luogo in cui lo ha proposto e  offerto a generazioni di commensali.
Conoscersi e perpetuare la memoria attraverso una famiglia di sapori. E in presenza,  un valore inestimabile in tempo di rapporti liquidi e virtuali.

Il lungolago è un po’ più malinconico. Se ne va, con Romeo Curti, una pagina di storia gastronomica lariana. Un maestro dell’accoglienza dal sapore antico e familiare nel senso più ampio e nobile del termine, fatto di calore e squisita sobrietà.

Lecco, città dei sapori manzoniani, gli deve molto e speriamo non lo dimentichi. Ha formato con intelligenza chi prende il suo testimone e questo è già un segno che il suo destino non svanirà all’orizzonte.

* Scrittore e giornalista, nato a Milano nel 1966, firma del “Corriere del Ticino” e collaboratore del Punto Stampa, ha pubblicato tra l’altro le raccolte di poesie “Respirazione” e “Nero Euridice”

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