La direttrice Emanuela Cariboni: “Ho realizzato quello che per me era soltanto un sogno e continuo a vivere questa dimensione di positività ogni giorno”
Nel pomeriggio di sabato si tenuta a Lierna la festa per i 10 anni dall’apertura della casa dell’anziano intitolata a Pietro Buzzi e gestita dalla “Società residenza Rosella”. Alla festa hanno partecipato, oltre a tutti gli ospiti, anche i loro familiari, l’avvocato Dario Pesenti di Lecco, il dottor Fausto Mazzoleni di Abbadia Lariana, il parroco don Marco Malugani, “CasAmica”, la Cooperativa sociale “Solleva” che gestisce il personale della struttura e i volontari dell’Auser di Mandello Lario.
Emanuela Cariboni, direttrice della Casa, ha voluto ricordare, non senza emozione, questo traguardo, come lei stessa abbia vissuto i dieci anni alla guida della struttura e come stia vivendo tuttora questa esperienza. “Sono stati anni intensi ma molto soddisfacenti - ha detto - sia dal punto di vista professionale sia umano, perché credo non ci sia nulla di più bello che poter aiutare gli altri e nello stesso tempo potersi realizzare come persona e come professionista”.
“Oggi sono felice - ha aggiunto - perché ho realizzato quello che per me era soltanto un sogno e continuo a vivere questa dimensione di positività ogni giorno, cercando di trasmetterla non soltanto a me stessa ma anche agli altri e soprattutto agli anziani, che sono il centro di questa esperienza”.
Oggi la struttura è consolidata e conosciuta sul territorio lecchese e anche oltre. Qual è la chiave di questo “successo”?
“Indubbiamente ho sempre creduto in questo progetto e l’ho sempre portato avanti a testa alta, senza mai pensare nemmeno per un minuto che sarebbe potuto andar male. Ho creduto in me stessa e nelle mie capacità, proiettando la mia vita non solo sul passato o sul presente ma soprattutto orientandola verso il futuro. Chi desidera crescere deve per forza di cose evolversi. E ciò che si evolve richiama il futuro”.
E se il suo progetto non fosse andato come si aspettava?
“Credo che tutto ciò che ci accade non sia altro che un mezzo per farci comprendere quanto siamo lontani dalla nostra meta. Ogni esperienza, sia positiva sia negativa, è per noi una “scuola” utile a farci imparare e conoscere chi siamo e cosa vogliamo. I fallimenti non esistono, sono semplicemente indicatori che stiamo percorrendo una strada non adatta a noi”.
Crede dunque di aver trovato la strada… giusta?
“Dopo dieci anni, credo proprio di sì. Credo di aver trovato gran parte della mia dimensione, anche se non bisogna mai smettere di migliorarsi e di credere in qualcosa di migliore. Abbiamo la possibilità di vivere, di conoscere, di crescere e di imparare ed è utile sfruttare tutte queste opportunità”.
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