09 aprile 2020

Il vescovo Oscar e la morte del vicario generale. "Don Renato, uomo mite e saggio"

Il prelato: “Era innamorato del Signore Gesù. Un appassionato servitore della Chiesa, sollecito verso tutti, soprattutto i sacerdoti. La sua è stata una vita nel segno dell’obbedienza”
Don Renato Lanzetti, morto all'età di 67 anni.
“Un uomo mite e saggio, dedito con passione e umiltà al servizio dei fratelli, offrendo sempre grande esempio di obbedienza alla Chiesa e amore ai sacerdoti”. Così il vescovo, monsignor Oscar Cantoni, e il vescovo emerito Diego Coletti ricordano don Renato Lanzetti, il vicario generale della diocesi di Como morto la notte scorsa all’ospedale di Vigevano dopo le complicazioni sopraggiunte a causa del contagio da coronavirus.
Lo stesso vescovo Oscar ha espresso il cordoglio suo personale e della Chiesa lariana ai familiari e alle comunità di Livigno, Lanzada, Grosio e Ravoledo, dove don Renato aveva svolto il suo ministero di pastore “generoso e fedele”.
“Don Renato era un vero uomo di Dio - ha ribadito nelle ultime ore il prelato - Era innamorato del Signore Gesù. Un appassionato servitore della Chiesa, sollecito verso tutti, soprattutto i sacerdoti. La sua è stata una vita nel segno dell’obbedienza. Un prete di grande esempio per tutti”.
Il vicario generale, che nel 2017 era subentrato nell’incarico a don Giuliano Zanotta, dall’autunno del 2018 alla guida della comunità pastorale di Mandello, era nato a Torre Santa Maria, in provincia di Sondrio, il 10 novembre 1952.
Ordinato sacerdote il 26 giugno 1976, è stato vicario a Livigno dal ‘76 all’89, parroco a Lanzada dal 1989 al 2009 e successivamente a Grosio e Ravoledo dal 2009 al 2017.
Nelle ore immediatamente successive al decesso la notizia della morte di don Renato aveva raggiunto tutta la Chiesa di Como. Molteplici le attestazioni di stima e grande il dolore per la sua scomparsa.
Accanto al vicario generale, all’ospedale di Vigevano, quando le sue condizioni si sono aggravate c’era il cappellano don Osvaldo Andreoli. Questa la sua testimonianza: “Ho fatto visita a don Renato al mattino e poi ancora alle 16.30. Sono rimasto accanto a lui fino alle 17, esprimendo con preghiere e carezze la presenza del suo vescovo, del presbiterio diocesano, di tutti i suoi familiari, amici e conoscenti. Dio doni ora a lui il premio promesso”.

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