17 marzo 2021

Due progetti per sostenere la missione di don Filippo Macchi in Mozambico

Il sacerdote, già vicario a Mandello “Sacro Cuore”, era stato costretto a rientrare in Italia dopo il diffondersi della pandemia ed è tuttora impossibilitato a ottenere il visto di residenza nel Paese africano

Don Filippo Macchi


(C.Bott.) Vi sono anche due progetti della missione diocesana in Mozambico tra quelli proposti dal Centro missionario per la Quaresima e la Pasqua 2021. Entrambi riguardano Chipene, la parrocchia della diocesi africana di Nacala dove è stato destinato don Filippo Macchi, 40 anni, vicario a Mandello “Sacro Cuore” dal 2006 al 2012 e in seguito dapprima a Maccio di  Villaguardia e successivamente a Grosio, in provincia di Sondrio.

Partito per il Mozambico nel gennaio 2020, destinazione appunto la diocesi di Nacala retta dal vescovo Alberto Vera Aréjula, don Filippo soltanto un paio di mesi dopo era stato costretto a rientrare in Italia a causa della pandemia. A comunicarlo era stato lo stesso sacerdote. “Mi trovo a casa mia a Gemonio - aveva scritto a inizio aprile dello scorso anno - Purtroppo sono dovuto rientrare velocemente in Italia perché il mio visto scadeva a fine mese e poi perché in Mozambico ci sono i primi segnali dell’epidemia di coronavirus”.

“La diocesi di Como mi ha trovato un volo - aggiungeva don Filippo - e adesso faccio qui la quarantena. E da casa invito tutti a pregare per la gente del Mozambico, chiamata ad affrontare “a mani nude” una minaccia particolarmente grave”.

Tuttora impossibilitato a ottenere il visto di residenza in Mozambico, l’ex vicario del “Sacro Cuore” ha chiesto al referente della parrocchia di Chipene don Lorenzo Barro, Fidei donum di Pordenone, di inviare al Centro missionario della diocesi di Como alcuni progetti della sua comunità.

Don Filippo in una foto che lo ritrae in Mozambico a inizio 2020.


Due le proposte formulate: il sostegno per la formazione dei seminaristi (dopo che a causa della pandemia da coronavirus i contributi annualmente destinati da “Propaganda fide” alla diocesi di Nacala sono sensibilmente diminuiti, con la conseguente riduzione delle risorse disponibili) e un anno di salario di un giovane animatore e di un tecnico “agropecuario” a servizio di un convitto maschile.

Quest’ultimo progetto si pone anche un obiettivo educativo, ossia impegnare i ragazzi nell’attività pratica di autosostentamento e, in prospettiva, apprendere come migliorare il lavoro agricolo in famiglia.

Il costo annuale dei due dipendenti del convitto è di poco inferiore ai 2.000 euro, mentre per quanto concerne il sostegno alla diocesi di Nacala per i seminaristi l’ammontare del progetto è di 6.500 euro.

La diocesi africana di Nacala è una realtà estesa per 26mila chilometri quadrati nel Nord-ovest del Mozambico, con una popolazione di poco inferiore ai 3 milioni di abitanti, il 41% dei quali di religione cattolica.


 

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