“Tornare a Mirrote, ieri sera, è stato un momento tanto desiderato. Meglio non descrivere le emozioni (non ci si riesce) e tenerle nel segreto. Ho verificato, con gioia, che le cose fondamentali si sono salvate. La vita delle persone, l’altare (dell’ambone purtroppo sono rimaste soltanto le ceneri) e l’Eucaristia, che è stata protetta dal tabernacolo di cemento e i contenitori di legno e metallo. Avevano cercato di portarla via ma non si poteva più entrare, proprio nella zona dove l’incendio era iniziato”.
Così don Filippo Macchi, sacerdote fidei donum in Mozambico, scrive questa mattina su Facebook dopo il suo rientro nella missione diocesana dove si trova a operare dal 2021 e dopo aver constatato i gravissimi danni causati dall’incendio che settimana scorsa ha distrutto la chiesa di Mirrote.
“Molti cristiani stanno arrivando da lontano per consolare la parrocchia come se fosse una famiglia in lutto - aggiunge il sacerdote - E’ così, in effetti, ma non è profondamente vero, perché Cristo vive e ci vuole vivi. Come sempre fa questo popolo, anche noi ci rialzeremo, a partire dall’essenziale”.
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