06 aprile 2021

“Per il Covid ho perso il padre e un cognato e rinunciare al centro vaccinale di Mandello è follia”

Stefano Marzocchi scrive: “La chiusura di Pramagno è uno schiaffo per i cittadini  la cui vita si è ridotta a essere scandita da tre colori, anzi due, che hanno privato ognuno di noi di qualcosa”



Da Stefano Marzocchi, mandellese, responsabile della Project Rock School, riceviamo e pubblichiamo:

In questa pandemia ho perso il padre e un cognato a causa del Covid. Entrati in ospedale per altri motivi e mai più usciti. Come me centinaia di famiglie, ogni giorno da un anno a questa parte, vivono lo stesso dramma della perdita di una persona cara senza la possibilità di un ultimo saluto. E’ anche per questo, probabilmente, che la campagna vaccinale mi sta particolarmente a cuore.

Dagli inizi di marzo a Mandello Lario è attivo un centro vaccinale che ha dimostrato di essere molto efficiente e funzionale. Un centro praticamente a costo zero, che è stato possibile realizzare grazie a una sinergia virtuosa tra amministrazione comunale, volontariato, alpini, personale medico del paese e cittadinanza.

Un centro di cui tutti sono entusiasti e felici in un periodo in cui è difficile esserlo. In questo momento in cui siamo ormai logorati da mesi di restrizioni, Mandello ha reagito dando prova di essere una comunità solidale, lanciando il messaggio che, rimboccandosi le maniche tutti insieme, si può uscire dal tunnel e tornare a vivere.

E adesso, in maniera del tutto incomprensibile,  arriva la notizia che i vertici della Regione hanno deciso di chiuderlo. Uno schiaffo per i cittadini  la cui vita si è ridotta a essere scandita da tre colori, anzi due, che hanno privato ognuno di noi di qualcosa. Tutti quanti. Nessuno escluso.

Proprio per questo motivo dover rinunciare al centro vaccinale di Pramagno che, in mezzo a questo sfascio generale, funziona in modo perfetto diventa inaccettabile. Impossibile non essere arrabbiati e non sentirsi presi in giro, specialmente perché c’è di mezzo la nostra salute, in nome della quale abbiamo abdicato praticamente a tutto.

Una decisione, inoltre, che va contro le strada tracciata dal generale Figliuolo, che punta a centri vaccinali capillari e al coinvolgimento di qualsiasi forza disponibile per vaccinare il più rapidamente possibile: dentisti, farmacisti, medici aziendali.

Com’è possibile conciliare questa strategia con quella dei vertici regionali che invece vogliono accentrare in pochi poli l’intera campagna vaccinale? Non sembrano percorsi compatibili, il che crea non soltanto più confusione nella gente, ma anche sfiducia totale nei confronti di coloro i quali dovrebbero tutelare il nostro benessere.

Qualcuno  potrebbe obiettare che accentrare garantisce una miglior gestione dei vaccini e dei soccorsi in caso di malore dopo la somministrazione. Ma è più difficile spostare migliaia di persone, o migliaia di dosi?

Avere quattro poli vaccinali, o dieci, non cambia molto ai fini della consegna delle fialette, basta un po’ di organizzazione, ma cambierebbe tutto per le persone che sarebbero anche seguite meglio nel quarto d’ora successivo in cui ti tengono monitorato.

Più poli vaccinali sono uno stimolo persino per chi ancora ha qualche dubbio se fare il vaccino o meno, dubbio che viene presto risolto se occorre fare più di mezz’ora di strada per intrupparsi nel grande centro.

E comunque resta sempre la domanda: dove e in che modo vaccineranno dentisti, farmacisti e aziende se questo è l’orientamento dei nostri vertici lombardi?

Mi auguro che tutte le pubbliche Amministrazioni del Lario orientale si oppongano a questa decisione dissennata, facendosi portavoce della nostra indignazione e magari coinvolgendo la cittadinanza in una protesta civica.

Siamo in guerra contro un nemico invisibile che richiede tattiche straordinarie per essere sconfitto. Una di queste è sicuramente il centro vaccinale di Mandello. Rinunciarvi sarebbe una follia. Nel caso in cui i nostri vertici dovessero ostinarsi a perseguire la loro vision, che almeno tengano conto e facciano tesoro di questa esperienza virtuosa ed efficiente e il centro di Pramagno venga utilizzato, perché no?, per potenziare le vaccinazioni da parte di quelle categorie che non saprebbero dove andare. Aziende,  dentisti, farmacisti... e chiunque sia in grado di portarci fuori da questo disastro.

Stefano Marzocchi

3 commenti:

  1. Dove sono i nostri politici!!!!!!!!!

    RispondiElimina
  2. Per politici non intendo certo uqelli loocali ma quelli che siedono sulle dorate poltrone in Regione o al Parlamento. Perchè non fanno sentire la loro voce????

    RispondiElimina