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Massimo Pomi (1972-2023) |
(C.Bott.) “Non avremmo mai immaginato di ritrovarci così presto per darti l’ultimo saluto, ma se volevi riunirci tutti bastava che ce lo dicessi. Ci saremmo ritrovati magari al campo sportivo, che tu hai tanto amato”. Erano i primi giorni di giugno del 2023 e nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore Mandello Lario dava l’estremo saluto a Massimo Pomi, classe 1972, morto dopo aver strenuamente lottato contro la sclerosi laterale amiotrofica.
A rivolgersi idealmente proprio a lui con quelle parole erano stati i suoi ex compagni di squadra. C’era una sorta di promessa, in quel congedo: quella di ritrovarsi per onorare la sua memoria. E di ritrovarsi proprio al campo sportivo comunale, per tanti anni la sua seconda casa. Sì, era un grande appassionato di calcio, Massimo, e aveva militato dapprima nelle giovanili nel Lecco per poi giocare nella prima squadra della Polisportiva Mandello. Quindi un’esperienza a Olginate e quelle con il Pescarenico e con la Lecchese, prima di fare ritorno a Mandello.
Una promessa, si è detto. E loro, i suoi amici di sempre, quella promessa l’avevano mantenuta ritrovandosi neppure due mesi dopo al campo sportivo per una serata dominata da un vortice di emozioni ma serena e gioiosa, come lui avrebbe voluto. C’erano un po’ tutti, i suoi ex compagni. C’era sua madre Graziella, c’erano le sue due figlie Ilaria e Irene, con le loro amiche del cuore.
Domani il nome, il volto, il sorriso, la determinazione e la grinta di Massimo Pomi rivivranno ancora al campo sportivo comunale di Mandello. Sabato 14 giugno dodici squadre si affronteranno infatti per tutta la giornata nel secondo Memorial organizzato in suo ricordo. Belle partite, sfide sicuramente accese ma non soltanto. Sempre al campo sportivo, infatti, funzionerà un servizio ristoro gestito dalla sezione calcio della Polisportiva e a partire dalle 18 spazio all’aperitivo e alla musica. Spazio alla gioia, verrebbe da dire, e alla solidarietà, perché il ricavato della manifestazione sarà devoluto alle associazioni che sostengono la ricerca sulla SLA, la malattia neurodegenerativa contro la quale Massimo ha così a lungo combattuto.
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