05 marzo 2021

Scrive da Trieste: “Grazie “Gechi”, fedele custode dell’Antica officina di Giorgio Ripamonti”

Matteo Lenarduzzi: “Il murales che Giovanni Trincavelli sta realizzando a Mandello Lario merita l’attenzione e un “pellegrinaggio” da parte dei guzzisti, fosse anche soltanto per dire: io c’ero”

Giovanni Trincavelli all'esterno dell'"Antica officina" a Mandello Lario.


Il suo, con la Moto Guzzi, è un legame affettivo forte, fortissimo. Lui è Matteo Lenarduzzi, triestino, per l’appunto “guzzista doc”. E quello che segue è un suo intervento che di seguito volentieri ospitiamo e pubblichiamo:

Il guzzista è parte di un popolo che a sua volta appartiene a un mondo esoterico, mistico, fatto di fede ancestrale nel marchio alato e di spiritualità profonda nella convinzione che la propria moto, dalla V del motore montata al contrario rispetto al resto del mondo, abbia una vera anima.

Quest’anno ricorre il centenario di una delle case motociclistiche più importanti della storia mondiale. Il 15 marzo 1921 nasceva a Genova, ma con fabbrica a Mandello Lario, la Moto Guzzi.

Per la fede guzzista Mandello rappresenta la “Betlemme del motociclismo italico”, il luogo dove tutto ha avuto inizio. Terra di pellegrinaggio e meditazione davanti alla fabbrica, agli edifici e alle strade che testimoniano e rappresentano la storia del mito.

Tra miti e leggende, pare che i guzzisti più estremisti smontino il cardano alla propria moto e lo usino per flaggellarsi la schiena davanti al santo cancello d’ingresso della fabbrica, che per questo motivo è rosso!


Il murales in fase di realizzazione così come si presenta alla data odierna.

Ma tra tutti c’è un posto, un luogo che più di ogni altro rappresenta la leggenda della Guzzi. Lì dove tutto è nato, quel posto si chiama “Antica officina” di Giorgio Ripamonti detto “ferèe”. In quell’officina Carlo Guzzi e Giorgio Parodi, assieme proprio a Ripamonti, costruirono la G.P. 500, il prototipo della prima Guzzi due anni prima della fondazione della fabbrica, nel 1919.

A guardia di questo “santo sepolcro” c’è un cavaliere templare, pronipote di Ripamonti, artista a tutto tondo, bravo come pochi grazie a mani esperte e genio creativo. Giovanni Trincavelli il suo nome, detto “Gechi”, che da sempre tutela e cura sia il museo dell’officina, in parte originale, sia tutta la storia scritta ereditata da suo padre Graziano, che per anni ha lavorato in Guzzi.

“Gechi” quest’anno ha voluto liberare la sua creatività realizzando un murales sulla facciata di proprietà della “Icma”, adiacente all’officina di Ripamonti.

Il murales, in fase di esecuzione, raffigura l’ambiente dei primi ‘900 quando l’officina era più ampia. Per autofinanziarsi “Gechi” ha realizzato un libro celebrativo che verrà consegnato a chi sosterrà le spese del murales.



Mandello dovrebbe essere fiera di avere un figlio così importante per il mondo della Guzzi, per la storia del territorio e la sua conservazione.

Rispetto al silenzio della proprietà del marchio lariano, ci sono molte singole azioni per dare lustro e onore ai 100 anni della Moto Guzzi e senz’altro il murales di Giovanni Trincavelli merita l’attenzione e un pellegrinaggio da parte dei guzzisti, fosse anche soltanto per dire: “Io c’ero”.

Ma sappiate che già adesso “Gechi” è sommerso da e-mail e messaggi di incoraggiamento e congratulazioni da parte di singoli e di club guzzisti provenienti da tutto il mondo che seguono e sostengono questo piccolo capolavoro di arte mandellese e che per molti già appare come un affresco del Michelangelo.

Ancora una volta la famiglia Trincavelli ha aggiunto una nuova pagina alla storia secolare della Guzzi e del suo territorio, da sempre legati. Grazie, “Gechi”!

Per saperne di più è possibile visitare il sito Internet dell’“Antica officina” di Mandello Lario.

Matteo Lenarduzzi - Trieste


 

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