04 aprile 2021

In una lettera il grazie a un ciliegio: “Caro albero, hai accompagnato le nostre vacanze in Ortanella”



(C.Bott.) “Caro albero di ciliegio, ci hai fatto tanta compagnia per lunghissimi anni, più di cinquanta a onor del vero, da quando ti abbiamo acquistato insieme al terreno per costruire la nostra casa in montagna. Era primavera, nella stagione e nella vita. E tu eri già pronto a deliziarci con i tuoi frutti rossi - le ciliegie, appunto - tanto amate dai nostri figli, allora molto piccoli, e dai tanti cuginetti che stavano con noi nel tempo della  calda estate…”.

Una lettera a un albero, una bella testimonianza del legame che può nascere tra l’essere umano e la natura. Perché no?, una dimostrazione di affetto e riconoscenza nei confronti di una pianta che ha accompagnato i giorni e le settimane di vacanza di una famiglia mandellese in Ortanella, località montana del comune di Esino Lario.

Lassù quella famiglia aveva acquistato un terreno e vi aveva costruito una casa più di cinquant’anni fa. E in quello spazio verde c’era un albero di ciliegio che già da anni, ogni inizio estate, dava i suoi frutti, per la gioia di grandi e piccoli. Poi, un paio di stagioni fa, le prime avvisaglie che quell’albero iniziava ad avvertire il peso degli anni: sempre meno rami fioriti in primavera e sempre meno ciliegie, fino a esaurire il suo ciclo vitale.

Così quel grande albero ha dovuto essere tagliato, ma è stato osservandolo quando ancora era al suo posto che quel ciliegio ha indotto Irene a scrivergli una lettera. Un ideale omaggio a quell’albero e un modo tanto singolare quanto efficace di racchiudere in uno scritto oltre mezzo secolo di permanenza in Ortanella.

“Tutti volevano arrampicarsi sui tuoi rami per afferrare e gustare le rosse ciliegie - si legge nella missiva - Pochi ci riuscivano, o perché avevano paura o perché troppo piccoli per prendere i tuoi rami troppo alti verso il cielo. Il più agile e spericolato era Enrico, che con le sue lunghe braccia e le gambe secche si arrampicava fino in cima. E noi dal basso a dargli consigli per raggiungere i rami più carichi di ciliegie. Anche le persone che passavano potevano godere con noi di quei buonissimi frutti”.



E ancora: “Tanti anni sono passati e come tutte le cose sei diventato un po’ malandato, come noi: rami secchi qua e là, licheni che non favoriscono la linfa. Inverni lunghi e gelati, primavere bizzarre, venti freddi. Anche le api impollinatrici non uscendo dalla loro casetta per il freddo non hanno favorito la tua fioritura e l’abbondanza dei tuoi frutti. E ora noi ti guardiamo un po’ sconcertati… sei proprio sfinito!”.

“Questa primavera - continua la lettera di Irene - hai però voluto salutarci con un ultimo regalo: un ciuffo di rami ancora in vita ci ha donato, dopo una bella fioritura, una ventina di ciliegie, buone e rosse come una volta. Le abbiamo proprio gustate... Ora la tua legna arderà e ci riscalderà. Anche in estate ci sono giornate di pioggia e un bel fuoco regala allegria e riscalda il cuore. Corrado da tempo ti guarda, non ha il coraggio di prendere una decisione e… continua a rimandare. Oggi però ha staccato prima i rami poi, dopo averlo abbracciato, ha tagliato il tronco, trasformandolo in tanti seggiolini”.



Quindi i passaggi finali dello scritto: “La radice continuerà però a essere con noi, lì sul verde pendio. I più piccoli troveranno riposo sul tuo tronco e i vecchi continueranno a godere la pace e la serenità di questo luogo, come cinquant’anni fa. Ortanella con i suoi doni ci aiuta a capire meglio il senso delle cose meravigliose che Dio ci dona…”.

E un ultimo ideale messaggio, rivolto sempre a quel ciliegio: “Caro albero, tu non ti sei mai spezzato, anche se a vederti sembravi così fragile. Hai affrontato la fatica e hai sempre ospitato chi aveva bisogno di sosta e di rifugio. La nostra mamma Piera al ritorno dalle vacanze ci invitava a ringraziare il Signore, Maria Santissima e gli angeli custodi perché nessuno si era sbucciato nemmeno un ginocchio . Mi commuovo, caro albero! Grazie ancora, caro ciliegio! Guardo i tuoi rami secchi, il tuo tronco a forma di croce. Ai nostri occhi sembri inutile e invece… Tutto concorre al bene di chi sa tutti amare e vivere in armonia con la natura in ogni attimo della vita che Dio ci dona. Con affetto infinito… mamma, nonna e bisnonna Irene”.

1 commento:

  1. 🌱🌱🌱 Ottimo ooo.🎶🎶🎶 Anche i ciliegi possono risorgere il Giorno di Pasqua ...😇😇😇

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