09 maggio 2020

“Oto residency”, nasce la "residenza d’artista" digitale di “Oto Lab”

Da lunedì prossimo fino al 5 luglio fotografi, designer e creativi saranno i protagonisti dei loro "racconti" sulle pagine Facebook e Instagram dello spazio eventi di Lecco
L'arte e la creatività al tempo del coronavirus. Ed ecco cinque fotografi, un artista, una graphic designer e un designer di eventi diventare protagonisti di “Oto residency”, iniziativa promossa dallo spazio per eventi “Oto Lab”.
Appunto come in una “residenza d’artista” digitale, le pagine Facebook e Instagram dello spazio eventi di Lecco ospiteranno alternativamente - a partire da lunedì 11 maggio e fino al 5 luglio - il “racconto” del percorso di otto talenti lecchesi: Beatrice Mazzucchi (fotografa, dall’11 al 17 maggio), Nicolò Tomaini (artista, dal 18 al 24 maggio), Pietro Sala (fotografo, dal 25 al 31 maggio), Giuseppe Villa (designer di eventi, dall’1 al 7 giugno), Federico Wilhelm (fotografo, dall’8 al 14 giugno) Anna Rimoldi (graphic designer, dal 15 al 21 giugno), Tobia Scandolara (fotografo, dal 22 al 28 giugno) e Marina Gallandra (dal 29 giugno al 5 luglio).
Tutti loro, in qualche modo, sono già legati allo spazio di Rancio che da due anni, dopo un importante intervento di riqualificazione, ha riaperto le porte con la nuova veste di luogo per eventi.
“Due anni fa, esattamente il 4 maggio 2018, inauguravamo “Oto Lab” avendo come obiettivo quello di dar vita a un progetto che valorizzasse un luogo legato alla tradizione forse più importante del nostro territorio, quella della lavorazione del ferro, con una chiave inedita e in linea con le nuove esigenze economiche e sociali - spiega l’architetto Giovanni Rusconi, responsabile del progetto - E’ nato così uno spazio laboratorio, destinazione suggerita anche dal nome scelto, appunto “Oto Lab”, che ha avuto da subito come interlocutori artisti e creativi della città, i primi a cogliere il potenziale di un ex spazio industriale come il nostro”.
“In questi due anni - aggiunge - il crescente riscontro ottenuto ci ha convinti a continuare a investire su questo progetto, convinzione che portiamo avanti anche in un periodo difficile qual è quello che stiamo tuttora vivendo e che ha azzerato, almeno per il momento, la possibilità di proporre qualsiasi evento”.
Nonostante le difficoltà, era però grande la voglia di ripartire. Era nata così l’idea di utilizzare i canali social, solitamente al servizio della promozione degli eventi e della comunicazione, per una nuova tipologia di progetto.
“Tra fine marzo e inizio aprile abbiamo iniziato a interrogarci su cosa fare per tenere vivo l’interesse per questo spazio da parte della community che in questi due anni si è sviluppata, offline e online, attorno alle attività che promuoviamo e ospitiamo - afferma Rosa Valsecchi, responsabile eventi e comunicazione di “Oto Lab” - L’idea era di provare a guardare al futuro partendo da quanto è già stato fatto e abbiamo dunque deciso di puntare sul connubio che ha sempre fatto emergere il lato migliore di “Oto Lab”, ossia quello con la ricerca fotografica, artistica e con la creatività in generale”.
Questa volta, però, non saranno le pareti incrostate di storia dello spazio a ospitare le opere e i lavori degli “artisti residenti”, bensì il muro digitale dei social, che si riempirà per otto settimane di tante cose belle.
“Un ringraziamento speciale - tiene a sottolineare - va innanzitutto agli otto protagonisti di “Oto residency”: la fiducia con cui hanno accolto la nostra proposta certifica la qualità del lavoro fin qui svolto. Un riconoscimento prezioso e non scontato in un momento come questo”.
Si partirà dunque lunedì 11 maggio con la prima “residente”, la fotografa Beatrice Mazzucchi, che proporrà scatti tratti dal reportage realizzato tra i detenuti dell’isola di Pianosa, lavoro al centro della mostra “Mani libere. L’isola del riscatto: la pena come valore rieducativo” allestita a “Oto Lab” lo scorso novembre.
“Ognuno di loro sarà “residente” sul profilo Instagram e sulla nostra pagina Facebook per una settimana, proponendo un concentrato in tre post del loro lavoro. Attraverso le stories - aggiunge sempre Rosa Valsecchi - sarà possibile fare approfondimenti, soddisfare qualche curiosità, porre domande e interagire, con l’augurio di coinvolgere e interessare un numero sempre più ampio di persone”.


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