31 maggio 2020

Mandello e le prime messe con i fedeli. “Che bello ritrovarci insieme proprio il giorno di Pentecoste”

Così il vicario don Andrea a inizio celebrazione. Il parroco don Giuliano: “Verranno tempi migliori ma intanto impariamo a convivere con questa situazione”
Prime messe con la presenza dei fedeli oggi, domenica di Pentecoste, a Mandello.
(C.Bott.) Centocinque fedeli alla messa delle 8.30, la prima per la comunità pastorale di Mandello dopo la ripresa dei riti religiosi con la presenza del popolo. Altrettanti, indicativamente, alla celebrazione eucaristica delle 11. Due messe al “Sacro Cuore” nella domenica di Pentecoste, cui seguiranno quelle di oggi pomeriggio alle 18 e di questa sera alle 20, sempre nella stessa chiesa “per ragioni di spazi e di sanificazioni - avevano spiegato i sacerdoti nei giorni scorsi - e con l’impegno di camminare verso una comunità pastorale vera e unita”.
Quattro celebrazioni eucaristiche particolarmente sentite, non soltanto perché appunto le prime dopo il lockdown imposto dall’emergenza sanitaria ma anche perché i riti e le preghiere di oggi accomunano nel ricordo chi non è sopravvissuto al Covid-19.
L’ha ricordato prima che avesse inizio la celebrazione, don Giuliano Zanotta. “Quelle persone le abbiamo nel cuore”, ha detto il parroco, il quale ha poi sollecitato i presenti a essere prudenti e a rispettare normative e disposizioni. “Il momento che stiamo vivendo è ancora delicato e certamente difficile - ha sottolineato - e dunque la prudenza non è mai troppa”. “Verranno tempi migliori - ha aggiunto - ma intanto impariamo a convivere con questa situazione, anche perché il cammino verso la normalità non sarà breve”.
“Che bello ritrovarci insieme proprio nel giorno di Pentecoste, quasi sospinti dal soffio dello Spirito Santo”, sono state invece le prime parole di don Andrea Mombelli a inizio celebrazione. All’omelìa, il vicario ha accostato l’immagine delle porte chiuse di cui narra Giovanni nel Vangelo appunto della domenica di Pentecoste a quella delle nostre case nelle settimane dell’emergenza. “Le porte sono rimaste chiuse - ha detto il sacerdote - ma proprio quello è lo spazio che il Signore ha attraversato per venire ad abitare dentro le nostre vite”.
Quindi due interrogativi: “Noi ci siamo accorti che Dio era lì accanto a noi, dove batte il nostro cuore? E ci siamo resi conto che proprio la casa può e deve essere sinonimo di Chiesa?”. “Casa è amore - ha osservato don Andrea - ma a volte anche fatica, casa è incontro ma in taluni casi anche scontro”. E ancora: “La casa non è mai perfetta ma è la mia, la nostra casa”.
Poi un’altra riflessione e un’altra immagine simbolica: “La Chiesa è fatta di persone non di mattoni. E’ fatta di peccatori ed è bello così”.
A fine celebrazione l’avviso che per ora non riprendono le messe feriali e che anche domenica prossima, 7 giugno, le messe saranno celebrate tutte al “Sacro Cuore” e sempre alle 8.30, alle 11, alle 18 e alle 20.

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