27 dicembre 2020

Cinquant’anni di commutazione automatica, un traguardo storico per la telefonia

Gianpaolo Brembilla dell'Associazione culturale “Luigi Scanagatta” di Varenna: “L’importanza di quel risultato consiste nel fatto che l’Italia si collocò al quinto posto al mondo tra i Paesi che avevano raggiunto quell’obiettivo”


 

(C.Bott.) La teleselezione telefonica è un servizio automatico che consente, mediante la composizione di un prefisso specifico, di collegare direttamente (e immediatamente) gli utenti appartenenti a sottoreti diverse, senza dover più passare dal centralino centrale, per effettuare chiamate interurbane interne, poi estesa al traffico internazionale (continentale e intercontinentale).

Dal giorno in cui la teleselezione “integrale” è stata estesa a tutto il territorio nazionale italiano, dando modo a ciascun utente telefonico di telefonare a qualsiasi numero di un proprio connazionale con una semplice procedura e senza l’intervento del centralinista, sono passati cinquant’anni . Era infatti il 31 ottobre 1970 quando la teleselezione urbana da utente, la cosiddetta TSU, venne estesa all’Italia intera.

Fu il risultato di un successo tecnologico e organizzativo non indifferente per la Sip e per il gruppo STET, che consentì anche di superare gli squilibri tra gli abbonati al telefono, quelli che abitavano nelle grandi città o nelle più piccole località, in grado da quel momento di collegarsi tra loro in modo automatico.

Il completamento della teleselezione costituì per gli abbonati un considerevole salto di qualità di vita. Attraverso il telefono si accorciavano infatti tutte le distanze e si poneva fine anche alle lunghe attese ai posti telefonici, dove occorreva aspettare magari ore.

Dieci anni fa, in occasione del quarantesimo anniversario di quella significativa “scadenza”, venne ricordato che all’inizio del servizio telefonico il collegamento tra l’apparecchio chiamante e quello ricevente veniva effettuato manualmente da “fattorini” o “commessi”, gli stessi che prima servivano a smistare e a recapitare i messaggi via telegrafo, i telegrammi.

“Un po’ alla volta - scriveva nel 2010 la rivista della Telecom - questi vennero sostituiti da giovani donne, in quanto il quotidiano contatto vocale con gli utenti, in un servizio che ovviamente era ancora molto lontano dalla perfezione, faceva preferire la gentilezza femminile per rabbonire gli utenti spazientiti”.

In dimensioni diverse la storia della commutazione automatica ha molti punti di contatto con la storia dell’invenzione del telefono e anche in questo caso la primogenitura potrebbe essere attribuita a un italiano, tale Giovanni Battista Marzi, nativo di Tarquinia e romano d’adozione, precursore nel campo della radiofonia, elettrotecnico talmente innamorato della sua professione tanto da privilegiare gli aspetti tecnici per trascurare quelli manageriali.

Nel 1885 Marzi, morto nel giugno 1928 a Roma, fece un’offerta al Vaticano per realizzare la rete telefonica interna del piccolo Stato e si vide assegnare - per prova - l’impianto interno della Biblioteca vaticana. Marzi lo realizzò predisponendo un rudimentale centralino automatico che congiungeva dieci linee senza l’intervento di alcun operatore, impiegando un trasmettitore di impulsi e un selettore che sarebbero poi stati la base della tecnica di commutazione “passo-passo”.

Passando agli anni Sessanta del secolo scorso, la stessa rivista della Telecom ricordava in quel servizio di dieci anni fa che l’obiettivo più urgente per tutti i gestori di telecomunicazioni nei Paesi industrializzati era divenuto l’automatizzazione completa e rapida del servizio interurbano, ossia il completamento della teleselezione nazionale con l’abolizione del filtro rappresentato dall’intervento manuale delle operatrici di commutazione, come già avveniva nel servizio urbano.

La Sip riuscì a completare entro il 1968 la Teleselezione da utente nell’ambito di ciascun Compartimento e nel 1970, come già ricordato, su tutto il territorio nazionale, addirittura in anticipo rispetto alle scadenze annunciate.

“L’importanza di questo risultato - sottolinea oggi Gianpaolo Brembilla, fino a pochi mesi fa presidente dell’Associazione culturale “Luigi Scanagatta” di Varenna, grande appassionato di telefonia - consiste nel fatto che l’Italia si collocò al quinto posto al mondo tra i Paesi che avevano raggiunto quell’obiettivo, nonostante le difficoltà orografiche del territorio nazionale avessero messo a dura prova la posa delle nuove linee necessarie per rendere più affidabili i collegamenti automatici richiesti dalla TSU”.

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