16 dicembre 2020

Il dopo-2020 di Confindustria Lecco e Sondrio: “Risalire la china non sarà semplice”

Il presidente Lorenzo Riva: “Ci attendono mesi impegnativi, ma sappiamo di poter contare sull’impegno e sulle capacità dei colleghi imprenditori e sulla forza del nostro sistema produttivo”

Lorenzo Riva, presidente di Confindustria Lecco e Sondrio.


Conferenza stampa di fine anno per i vertici di Confindustria Lecco e Sondrio, con una considerazione a dominare le riflessioni e ogni considerazione sull’andamento dell’anno che sta per chiudersi: per i territori delle due province l’indicazione prevalente è la stabilità, ma in un quadro un cui il fatturato è ancora in contrazione e, soprattutto, risente dei cali registrati nei mesi precedenti.

“I dati elaborati nell’ambito dell’ultimo Osservatorio delineano uno scenario complesso - evidenzia il presidente dell’associazione di categoria, Lorenzo Riva - dove le valutazioni sono di tipo qualitativo e non esprimono quindi le entità delle variazioni. In linea generale per i nostri territori indicano stabilità della domanda e dell’attività produttiva, ma si tratta di un bilanciamento tra aziende che segnalano un calo e realtà che indicano una crescita, in un panorama molto variegato”.

“In un contesto di crisi come l’attuale - aggiunge il presidente di Confindustria - il fatto che non si registri una marcata diminuzione di questi indicatori è un fattore positivo, tuttavia è d’obbligo sia ricordare i cali registrati nei mesi precedenti sia evidenziare come al mantenimento dei livelli di domanda e produzione, oltre che del tasso medio di utilizzo della capacità produttiva, non faccia seguito una stabilità del fatturato, che nei nostri territori diminuisce per oltre un’azienda su cinque”.

“L’occupazione è stabile in novembre - continua Riva - e le aspettative per i prossimi mesi indicano il proseguimento di questo trend, così come indicano stabilità le previsioni generali per l’evoluzione del business fino alla fine dell’anno in corso e nelle prime settimane del prossimo. Non si tratta certo della ripresa che auspichiamo, tenuto conto anche delle criticità generate dai casi di insolvenza e di ritardo dei pagamenti, dal limitato orizzonte di visibilità, dalla crescita dei listini delle materie prime e, purtroppo, dalle evoluzioni della pandemia ancora in corso. Tuttavia condizioni stabili possono essere un primo punto da cui ripartire. Ci attendono ancora mesi impegnativi, ma sappiamo di poter contare sull’impegno e sulle capacità dei colleghi imprenditori e sulla forza del nostro sistema produttivo. Risalire la china non sarà semplice e la ripresa non potrà essere immediata e neppure scontata: sarà possibile solo se coglieremo oggi l’occasione per quei cambiamenti e per le riforme attese da decenni”.

“Anche il quadro occupazionale delle aziende del nostro territorio risulta caratterizzato principalmente da stabilità - commenta dal canto suo il direttore generale di Confindustria Lecco e Sondrio, Giulio Sirtori - indicata da oltre quattro aziende su cinque e con un ulteriore tendenza a bilanciarsi di giudizi di diminuzione e crescita. Il ricorso agli ammortizzatori sociali risulta limitato al 20,8%, per quanto attiene il campione del nostro osservatorio, e le aspettative per i prossimi mesi non fanno al momento presagire un aggravarsi della situazione, anche se sappiamo quanto gli equilibri possano essere particolarmente instabili, in questo periodo, condizionati come sono da molte variabili”.

“Non vi è dubbio - aggiunge Sirtori - che in tutto il Paese ci sia grande preoccupazione per l’incidenza della crisi sul fronte dell’occupazione e proprio questa giustificata apprensione deve essere da stimolo per il Governo affinché vengano finalmente introdotte le misure strutturali di rilancio”.

Il presidente Lorenzo Riva, a sinistra, e il direttore generale Giulio Sirtori.


Sul fronte degli ordini, per le realtà lecchesi e sondriesi il quadro si rivela più dinamico rispetto a quanto esaminato a livello congiunto. La domanda in Italia rallenta per circa una realtà su tre (32,4%), è stabile per il 38% mentre cresce per il 29,6%.

Per quanto riguarda gli ordini oltre confine si registra una diminuzione per il 23,8% delle aziende, stabilità per il 46% mentre un aumento per il 30,2%.

Il panorama delineato dai giudizi delle imprese di Lecco e Sondrio sulla produzione indica una generale conservazione rispetto ai livelli produttivi realizzati in ottobre.

A fianco dell’indicazione di stabilità comunicata dal 52,2% del campione, si registrano giudizi di rallentamento (24,6%) e di diminuzione (23,2%) che tendono a bilanciarsi.

L’impiego medio della capacità produttiva risulta pari al 75,3% in novembre, dato di un punto percentuale al di sopra di quanto esaminato nella precedente edizione dell’Osservatorio congiunturale per il mese di settembre (74,2%).

Il tasso di utilizzo degli impianti delle realtà fino a 50 occupati e di quelle medie si attesta a quote tra loro simili, rispettivamente 74,7% e 76,1%.

Con riferimento ai settori di attività, si registra invece una capacità del 75,1% per le realtà metalmeccaniche, del 66,8% per le tessili e del 77% per quelle afferenti agli altri settori.

Il rallentamento del fatturato rilevato per i tre territori globalmente considerati trova conferma anche esaminando la situazione delle sole aziende di Lecco e di Sondrio.

Per oltre un terzo del campione, infatti, è indicata una riduzione delle vendite che riguarda sia il versante domestico, sia il fronte estero.

Nel dettaglio, il fatturato in Italia risulta stabile per il 38,9% delle aziende, in contrazione per il 36,1% e in crescita per il 25%.

Per quanto riguarda il fatturato oltre confine, invece, si registrano i medesimi livelli di ottobre per il 42,9%, una diminuzione per il 36,5% e un aumento per il restante 20,6%. In circa un caso su tre (32,4%), le realtà lecchesi e sondriesi hanno dovuto far fronte, in novembre, a clienti insolventi o con rilevanti ritardi nei pagamenti.

Sul versante delle previsioni, i giudizi formulati dalle imprese lecchesi e sondriesi si differenziano in parte da quanto rilevato a livello congiunto; in questo caso, infatti, le aspettative risultano principalmente improntate al mantenimento della situazione rilevata in novembre.

Esaminando più nel dettaglio, a fianco del 51,4% di imprese che comunicano una stabilità, il 26,4% segnala una diminuzione e il 22,2% una crescita.

Con riferimento all’orizzonte temporale di visibilità della domanda, le realtà di Lecco e di Sondrio confermano portafogli di poche settimane nel 34,7% dei casi, di qualche mese nel 38,9% mentre superiori al trimestre nel restante 26,4%.

Sul versante dei costi associati all’approvvigionamento delle materie prime, è confermato il quadro tracciato a livello congiunto, con un aumento dei listini in novembre, rispetto ad ottobre, che interessa oltre un quarto del campione.

Per quanto attiene i rapporti con gli istituti di credito e la liquidità, i pareri qualitativi raccolti per le sole aziende di Lecco e di Sondrio risultano coerenti con quanto esaminato per il campione globalmente considerato.

Per quanto riguarda poi le condizioni praticate dagli istituti stessi il 94,4% delle imprese indica per novembre un mantenimento di quanto sperimentato in ottobre mentre il restante 5,6% comunica un miglioramento. In relazione alla liquidità aziendale il 45,8% del campione rivela soddisfazione, il 43,1% ritiene la situazione come normale e il restante 11,1% segnala un quadro sul quale intervenire.

In materia di occupazione, i giudizi espressi dalle realtà lecchesi e sondriesi tracciano un quadro di generale mantenimento dell’occupazione in novembre.

Per oltre quattro realtà su cinque (81,7%) è registrata una stabilità dei livelli, per il 9,9% del campione l’indicazione è di diminuzione mentre per il restante 8,4% è comunicato un aumento.

Nel caso di Lecco e di Sondrio, le aziende che hanno segnalato di aver fatto ricorso alla cassa integrazione in novembre sono state pari a circa un quinto (20,8%) del totale.

Le previsioni occupazionali per i prossimi mesi indicano il permanere del quadro rilevato in novembre; a fianco del 84,7% di imprese che segnalano una conservazione degli organici, il 7% attende un aumento, mentre l’8,3% una riduzione.

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