16 dicembre 2020

“Famiglia lavoro 2020” e l’emergenza. Un sostegno dal Fondo diocesano di solidarietà

Ad oggi sono stati devoluti 216.000 euro, che hanno interessato oltre 230 famiglie e con un saldo di 120.000 euro. Ma presto le risorse si esauriranno



A sei mesi dall’inizio dell’attività è possibile fare un bilancio degli interventi del Fondo di solidarietà “Famiglia lavoro 2020” istituito in memoria di don Renato Lanzetti e di tutte le vittime del coronavirus.

Voluto dal vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, il Fondo ha lo scopo di offrire un sostegno economico a famiglie e persone che si sono venute a trovare (e si trovano tuttora) in situazioni di povertà a causa del Covid-19. In questa iniziativa si sono coinvolte diverse associazioni con il coordinamento del Servizio diocesano alla pastorale sociale, del lavoro e della custodia del Creato.

Un primo dato riguarda le donazioni, prima fra tutte quella della Diocesi, che sono arrivate alla cifra di 340.000 euro, grazie alla sensibilità di oltre 350 cittadini, di comunità parrocchiali e istituzioni laiche e religiose.

Ad oggi sono stati devoluti 216.000 euro, che hanno interessato oltre 230 famiglie. Il saldo dice che nelle casse del Fondo sono rimasti circa 120.000 euro. Se si tiene conto degli interventi prevedibili nel periodo prenatalizio, a gennaio la disponibilità del Fondo non supererà i 100.000 euro. In pochi mesi, quindi, si esauriranno le risorse ora presenti.

Il Comitato di garanzia ha dunque deciso di dare un impulso alla raccolta di donazioni, anche sulla base di alcune considerazioni. Innanzitutto si prevede che i prossimi mesi - con l’augurio che possano portare meno lutti e sofferenze di quelli precedenti - saranno ancora più difficili dal punto di vista economico.

Determinate tutele che hanno consentito di sopravvivere ai lavoratori e ai piccoli imprenditori danneggiati da chiusure e difficoltà di mercato verranno meno, si assisterà a licenziamenti e alla fine di supporti ora in atto e ciò interesserà tante famiglie.

Le fasce meno protette, i lavoratori precari e stagionali, quelli sottopagati o costretti a forme improprie di subordinazione, saranno costrette a bussare ancor più alle porte dei Servizi sociali, delle istituzioni pubbliche e private che distribuiscono viveri e piccoli contributi.

Don Renato Lanzetti

 

Le organizzazioni benefiche e di volontariato, in particolare quelle vicine alla Chiesa italiana, dovranno dare ancora risposte adeguate e in questo contesto anche il Fondo diocesano di solidarietà non verrà meno al compito che, oltre all’aiuto economico, si esprime con un rapporto fraterno e solidale finalizzato al reinserimento lavorativo e sociale.

La raccolta di contributi promossa dal Fondo in questi mesi ha dovuto confrontarsi con le oggettive difficoltà che hanno impedito iniziative pubbliche capillari e ha anche risentito della riduzione dei proventi derivanti dalle offerte alle messe domenicali.

Occorre inoltre tener conto, come segno certamente positivo, che molte comunità parrocchiali e organizzazioni ecclesiali si sono impegnate direttamente sul territorio per rispondere alle urgenze dei poveri della porta accanto.

Le forme di raccolta del Fondo si sono quindi limitate quasi esclusivamente all’utilizzo del bonifico bancario, che non è alla portata di tutti e che rende difficile l’espressione più immediata e genuina dell’“obolo della vedova”, ossia del dono anche piccolo, frutto del sentimento di fraternità, di chi ha meno risorse economiche.

La campagna di rilancio delle donazioni in vista del Natale si basa anche su un’altra considerazione: tante famiglie hanno subìto danni economici e questa difficoltà ha attraversato indistintamente le diverse classi sociali: lavoratori garantiti e precari, commercianti, artigiani, imprenditori di ambiti colpiti dalle chiusure e altre operanti in settori avvantaggiati.

Non si può quindi bussare alla porta di chi vive nella difficoltà, anche se non si devono porre limiti alla generosità delle persone.

Gli analisti economici e finanziari hanno dato un’informazione emblematica: da febbraio a novembre 2020 i depositi bancari degli italiani si sono incrementati di oltre cento miliardi di euro, derivanti da una frenata degli investimenti in un momento di incertezza e alla diminuzione forzata dei consumi.

Un abbondante 60 per cento delle famiglie, quelle che non hanno subìto danni economici dal coronavirus, ha risparmiato risorse e le ha conservate in banca in attesa di segnali rasserenanti.

La campagna del Fondo in questa fase si rivolge quindi prevalentemente a quanti possono attingere a una piccola parte dei loro risparmi per investire in solidarietà e donare un contributo che permetterà a una famiglia in situazione di povertà estrema di avere un periodo di sollievo e in prospettiva di riprendere il proprio posto nella comunità.

In questa direzione il Fondo sostiene lo sforzo dei suoi referenti sul territorio per un accompagnamento nella ricerca di soluzioni oltre l’urgenza.

A questo riguardo è opportuno ricordare che se il Fondo non ha titolo per offrire posti di lavoro, tuttavia avverte la gravità della crisi economica che colpisce anche la realtà locale.

Da qui la volontà di condividere con soggetti economici, imprenditoriali, sindacali e ordini professionali un dialogo sulle prospettive dell’economia e dell’occupazione nel territorio.

Gli strumenti di questa raccolta:

- Una donazione, detraibile fiscalmente, al conto corrente intestato a “Fondazione Caritas Solidarietà e servizio Onlus” IBAN: IT 96 K 0521 6109 000 000 000 12617

- Un contributo in parrocchia o in altra sede delle organizzazioni aderenti in modo che possa pervenire alla Caritas diocesana.

Due possibili collaborazioni:

- Diffondere il più possibile il messaggio del Fondo di solidarietà

- Segnalare alle parrocchie e alle associazioni presenti sul territorio (Caritas, Acli, Compagnia delle Opere e quelle aderenti alla Consulta diocesana delle aggregazioni laicali) la presenza di persone e famiglie in difficoltà.

I NUMERI DELLE DONAZIONI EFFETTUATE

Questi i dati relativi alle devoluzioni effettuate dal Fondo da maggio al 2 dicembre 2020:

-         contributi alle persone e alle famiglie, 215.570 euro

-         domande presentate, 225

-         domande accolte, 207

-         persone interessate, circa 700

-         36 nazionalità interessate: i gruppi più numerosi sono marocchini (25),

salvadoregni, nigeriani e tunisini (9), equadoregni (7), rumeni e peruviani (6). 84 gli italiani.

-         La media delle erogazioni è di 1.041 euro a nucleo familiare.

-        Significativa è la differenza in relazione al numero di familiari conviventi: si va da 710 euro per i single a 1.054 euro per i nuclei di due, tre persone, a 1.185 euro per quelli più numerosi.

-     I contributi sono stati attribuiti a 151 famiglie delle province di Como, a 33 di Sondrio e a 20 di Varese.

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