14 dicembre 2020

Volontari di Protezione civile dell’Ana a Bergamo: “La nostra, una semplice ma grande famiglia”

Le penne nere sono tornate all’ospedale da campo allestito nei padiglioni della Fiera. Con loro il mandellese Oscar Ongania: “Qui c’è gente di ogni età, tutti animati da una grande volontà e pronti a dare un aiuto concreto dove serve”



(C.Bott.) Tra aprile e maggio, in piena pandemia, avevano operato in varie squadre (con turni settimanali) presso l’ospedale da campo allestito dall’Ana nei padiglioni della Fiera di Bergamo proprio per fronteggiare l’emergenza coronavirus. In quella circostanza la sezione di Lecco delle penne nere si era mobilitata con i suoi gruppi e con l’Unità di protezione civile “Alessandro Merlini” in supporto alle popolazioni più colpite dai contagi da Covid-19.

I partecipanti alla prima “missione” di metà aprile avevano trascorso nel capoluogo orobico anche il giorno di Pasqua e Oscar Ongania, mandellese, uno di loro, non aveva esitato a dire: “Sarà la Pasqua più utile e perciò più bella della mia vita”. Per poi aggiungere: “Non possiamo aver paura, altrimenti saremmo rimasti chiusi dentro le nostre case. Gli alpini, invece, vogliono essere sempre in prima linea. E qui facciamo di tutto, pur di renderci utili”.

A distanza di qualche mese, e dopo la seconda ondata di contagi che a partire da ottobre ha investito il nostro Paese, le penne nere lecchesi sono tornate a Bergamo. E dall’altroieri 14 volontari appunto del Nucleo di protezione civile sono nuovamente all’ospedale da campo riaperto lo scorso 2 novembre, che funziona su due padiglioni e dove rimarranno fino a sabato prossimo, 19 dicembre.

A loro è affidato il compito di sorvegliare gli ingressi ai locali in cui vengono effettuati i tamponi alla popolazione scolastica e alla cittadinanza, oltre a quello di garantire una serie di servizi necessari per il buon funzionamento del reparto di terapia intensiva (che attualmente può accogliere una cinquantina di pazienti) e a provvedere al carico e allo scarico delle merci.

La partenza sabato scorso dalla sede di Sala al Barro.


Sabato scorso all’ospedale da campo dell’Ana è tornato anche Oscar Ongania. E da lì l’alpino mandellese dice: “In questi momenti così difficili e per tutti così complicati la cosa più bella è l’amicizia che si è venuta a creare tra noi. C’è gente di ogni età, qui a Bergamo, tutti animati da una grande volontà e tutti pronti a dare un aiuto concreto dove serve, in qualsiasi situazione e sempre con la massima serietà e disponibilità”.

“Ci si aiuta a fare ogni cosa - aggiunge - e questo fa di noi una semplice ma grande famiglia. Il tutto nel segno delle penne nere e nel solco tracciato con il motto della Protezione civile dell’Ana, ossia onorare i morti aiutando i vivi”.

Una volta di più, dunque, le penne nere ci sono.

L'ospedale da campo di Bergamo fotografato alle prime ore del mattino.

L'operazione di consegna delle provette all'ospedale "Papa Giovanni XXIII".


E' l'alba di ieri. Un alpino si prepara a svolgere i compiti a lui affidati.


L'alpino mandellese Oscar Ongania.

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