27 marzo 2019

Guido Erba e la sua arte, capace di dare slancio e trasmettere positività


Il valente pittore lecchese esporrà dall’11 maggio al 2 giugno alla galleria “La Nassa”, nel rione manzoniano di Pescarenico
L'artista lecchese Guido Erba.
di Claudio Redaelli
“Oggi si sente spesso parlare di paesaggio. A volte con un senso di nostalgia, come se fosse qualcosa di legato al passato, ai ricordi, alla propria infanzia o a quella dei nostri nonni, o delle persone anziane. Altre volte sentiamo invece gli esperti usare questa parola in modo “dotto” durante conferenze sull’ambiente o in articoli pubblicati su riviste scientifiche, come se il paesaggio fosse qualcosa che ci appartiene, ma che è in pericolo e per questo merita attenzione e intervento”.

Così scrive Prashanth Cattaneo nelle pagine introduttive del catalogo della prossima mostra di Guido Erba, che esporrà alla galleria “La Nassa”, a Pescarenico di Lecco, dall’11 maggio al 2 giugno.
Paesaggi nostri il titolo della “personale” dell’artista lecchese, anche in questi ultimi anni protagonista di rassegne cui si sono accompagnati unanimi consensi e apprezzamenti sia dai critici sia dal pubblico dei visitatori.
“Non è frequente - osserva sempre Cattaneo - vedere artisti che affrontano questo “tema” con passione e affetto. E in questo Guido Erba è un’eccezione. La sua nuova mostra Paesaggi nostri è uno straordinario esempio di come l’arte possa rappresentare la differenza, dando slancio e trasmettere positività”.
“L’artista - aggiunge - declina già nel titolo la parola paesaggio al plurale e l’accosta all’aggettivo possessivo plurale. Il suo interesse è rivolto ai nostri territori (vicini e lontani, ma sempre familiari), l’appartenenza che lui sente per questi luoghi è viva e ricca di amore e sentimento. E’ collettiva e quindi è condivisa”.
Quindi Prashanth Cattaneo spiega che “trentuno opere presentate in allestimento “non sono uno sguardo attraverso la memoria, non sono belle cartoline dei tempi che furono. Rappresentano piuttosto la bellezza e l’intensità della nostra città e dei paesi confinanti, paesaggi incantevoli che molto spesso non ammiriamo con quello stupore che hanno i bambini e i nuovi turisti che raggiungono il nostro lago attratti da una bellezza, per loro rara, che noi molto spesso diamo per scontata”.
E ancora: “Ci sono piazza XX Settembre, via Roma con la neve, la stazione, ma anche la chiesetta di San Carlo nel rione di Castello, via Galandra e le “famose” Pescarenico, Varenna, Malgrate… Guido Erba ritrae con la sua delicatezza i nostri paesaggi: i luoghi che la gente vive e attraversa ogni giorno. I colori delle opere sono intensi senza essere accecanti, le pennellate sono precise senza diventare didascaliche. Alcuni lavori sono dedicati ai ricordi dell’artista nella casa sotto la chiesa di Castello. Se a prima vista possono rimandare al passato, queste tavole sono una riscoperta del presente nascosto - cioè quello che non vediamo - perché nei nostri giardini, molto spesso, la vita prosegue come una volta, potando rose e stupendosi per gli uccelli che giocano tra le piante”.
Poi un’ultima considerazione: “Guido Erba si conferma così ancora oggi come l’artista vivente lecchese più innamorato di questo ramo del lago. La sua arte è uno straordinario esempio di educazione al bello e alla cittadinanza. Perché per amare il mondo bisogna innanzitutto lasciarsi incantare dai luoghi dove si vive. Dai paesaggi nostri”.

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