05 novembre 2022

Somana ricorda don Massimo Rossi. E raccoglie fondi per quel suo “sogno nel cassetto”

Mercoledì 9 novembre alle 20.30 messa nella chiesa della frazione mandellese. Neppure due mesi fa il sacerdote aveva manifestato il proposito di restaurare la cappella della Madonna che si trova all’interno della parrocchiale di Moltrasio

Don Massimo Rossi



(C.Bott.) Aveva un sogno nel cassetto, don Massimo Rossi, ma anche la consapevolezza che per lui sarebbe rimasto tale: restaurare la cappella della Madonna che si trova all’interno della chiesa di Moltrasio, dove il sacerdote era parroco dal 2015 dopo i tredici anni trascorsi a Somana di Mandello Lario, riportandola alle sue forme e ai suoi colori originali.
Lo aveva confidato ai parrocchiani neppure due mesi prima della sua morte, avvenuta l’11 ottobre scorso, in una lettera scritta in occasione dell’ottavario della Madonna delle Grazie. “Purtroppo il modo in cui potremo vivere quei giorni sarà differente per me e per voi - scriveva don Massimo - perché l’indesiderato “inquilino” che abita il mio corpo detta legge alle mie giornate, decide a suo piacimento quello che posso o non posso fare”.
“Penso che se il Signore avesse voluto trovare un modo per “sconclusionare” la mia vita - aggiungeva - non avrebbe potuto trovarne uno migliore. Io che mi piccavo di poter organizzare ogni momento della giornata e della vita, ora mi trovo a dover fare i conti con qualcosa che dispoticamente decide al mio posto e a dipendere da tante persone che mi aiutano nelle mie debolezze e fragilità e senza l’aiuto delle quali non potrei sopravvivere”.
Il parroco ricordava quindi gli aspetti della vita sacerdotale che più gli mancavano: “l’incontro con il Signore e con voi nella celebrazione quotidiana e domenicale dell’Eucaristia, l’ascoltare insieme la parola che ogni giorno il Signore dona alla sua Chiesa e il nutrirsi dell’unica Eucaristia”.
“Mi manca poter sostare in vari momenti della giornata ai piedi del tabernacolo della nostra chiesa per potergli presentare, sicuro di essere ascoltato, le preoccupazioni, i dolori e le speranze di tutti coloro che mi sono stati affidati - evidenziava nel suo scritto - Mi manca l’incontro personale con voi nella confessione e nei colloqui, ma anche il potervi incontrare lungo le vie del paese e sul sagrato. Mi manca tantissimo l’incontro con gli anziani e con gli ammalati, perché mai come in questi mesi mi sono reso conto di come nella loro persona il Signore sia presente in modo reale”.
Più avanti nella lettera don Massimo si soffermava sul sostegno sempre assicurato dalla comunità moltrasina alle opere parrocchiali. “Ognuno di voi possiede una casa - osservava - e sa come la casa sia il luogo che custodisce affetti, sentimenti e ricordi, ma necessiti anche di aspetti concreti come il pagamento delle bollette e il mantenimento delle strutture. Lo stesso vale per la parrocchia: è luogo di affetti, il volto vicino e concreto della Chiesa, ma anche struttura. Non vi siete mai fatti vincere in generosità e in questi sette anni vissuti insieme non è mai stato necessario chiedere. Così, pur dovendo appianare i debiti legati all’importante opera di restauro dell’oratorio, si è riusciti anche a fare opere importanti e onerose come il restauro della cappella della Sacra Spina”.
Quindi il passaggio riferito all’idea di intervenire sulla cappella Madonna. “Soprattutto il simulacro della Vergine che sorride avrebbe bisogno di essere liberato dalle pesanti ridipinture e di essere reintegrato nelle parti mancanti delle mani a cui mancano buona parte delle dita”, specificava il parroco, che concludeva: “Il Signore che non si fa vincere in generosità saprà ricompensare”.
Ora, a distanza di quasi un mese dalla sua morte, i parrocchiani di quella che, come detto, è stata per tredici anni la “sua” Somana hanno deciso di raccogliere offerte da destinare proprio a quell’opera di restauro. Lo faranno anche mercoledì 9 novembre in concomitanza con la messa che verrà celebrata alle 20.30, in suo ricordo, nella chiesa della frazione mandellese dedicata a sant’Abbondio.
A presiedere il rito eucaristico sarà don Tommaso Frigerio, che a Somana ha vissuto e che a don Massimo era particolarmente legato. Don Tommaso, ordinato nel 2012, sarà affiancato da alcuni sacerdoti del vicariato di Mandello.
Al termine verranno diffusi alcuni passaggi dell’omelìa che don Massimo aveva pronunciato a Moltrasio in occasione della veglia pasquale dello scorso anno. Quasi un testamento spirituale e un “messaggio” che tutti coloro i quali gli hanno voluto bene non mancheranno di custodire nei loro cuori.

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