25 novembre 2022

Lierna proietta sabato 26 novembre “Il senso della libertà”, la vita di Gigi Alippi in un docufilm

Gigi Alippi (1936-2016).



(C.Bott.) Era il 28 marzo 2016, il giorno, il mese e l’anno della morte di Gigi Alippi, che in ospedale da metà febbraio non ce l’aveva fatta, lui abituato a superare sulle pareti di mezzo mondo ostacoli che parevano insormontabili, a vincere la battaglia più dura.

Di lui Alessandro Gogna, guida alpina e storico dell’alpinismo, ebbe a scrivere: “Se n’è andato un grande dell’alpinismo, se n’è andato un amico, un compagno di tante amichevoli ma infinite discussioni al campo base del Lhotse. Provocatore, ma buono. Che quando, nel 2004, si era trattato di scrivere un libro sulle guide alpine lombarde mi aveva dato generosamente un bel po’ di foto e materiale d’archivio…”.
E nel volume dato alle stampe nel 1996 per celebrare i 50 anni dei Ragni “sulle montagne del mondo” Alberto Benini scriveva: “Gigi Alippi entra nel gruppo nel 1966, ma a quella data ha già al suo attivo un curriculum alpinistico di elevato valore, che lo lega in modo più considerevole alla generazione precedente. È stato uno degli artefici della vittoria sul McKinley e nella sua attività spicca la prima invernale della via Bonatti al Capucin”.
Padre di due figli, Alippi era nato il 26 febbraio 1936 a Crebbio di Abbadia Lariana e aveva 80 anni. Ottant’anni vissuti ininterrottamente ai Piani Resinelli.
Aveva due amori, il Gigi: la caccia e la montagna. Apparteneva al gruppo Ragni della Grignetta. Guida alpina qualificata, era stato ammesso al Groupe de haute montagne nel 1966 e annoverava un prestigioso curriculum con all’attivo scalate, avventure e viaggi sulle montagne d’Europa, dell’America, dell’Africa e dell’Asia, spesso affrontati insieme a Riccardo Cassin, a Carlo Mauri, a Casimiro Ferrari e ad altri grandi dell’alpinismo lecchese. Come un grande dell’alpinismo era lui.

Gigi Alippi (a sinistra) in una foto che lo ritrae con Jack Canali sul McKinley nel 1961.



Pochi mesi dopo la sua morte usciva Il senso della libertà, un docufilm realizzato dalla videomaker lecchese Paola Nessi, alla quale si deve anche il film W di Walter dedicato al grande alpinista ed esploratore Walter Bonatti.
Presentato nel 2017 al “Trento film festival”, era stato proiettato in prima visione già nell’estate 2016 ai Piani Resinelli.
Il film vede la partecipazione di Matteo Piccardi, Federico Foini, Stefano Alippi e Simone Moro e ha potuto contare sulla collaborazione di Alessandro Masciadri per l’ideazione, le riprese e il montaggio.
Domani, sabato 26 novembre, Il senso della libertà verrà proiettato al teatro dell’Oratorio di Lierna con inizio alle ore 21 (ingresso libero).
L’iniziativa è della Pro loco, che ha potuto contare sul patrocinio del Comune e sulla collaborazione della Parrocchia liernese di Sant’Ambrogio.
 

 

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