04 marzo 2019

Schignano. “Brut” e “bei” colorano il Carnevale, aspettando il gran finale



(C.Bott.) Colori, suoni, allegria e spensieratezza. Come dire, gli “ingredienti” del Carnevale di Schignano, la cui edizione 2019 aveva preso il via già nella notte tra il 5 e 6 gennaio. Da quel momento era stato un susseguirsi di preparativi destinati a culminare nelle sfilate e nei cortei di febbraio e marzo, che da anni richiamano migliaia di turisti in questo angolo di terra incastonato nella verde Valle Intelvi, a pochi minuti di strada dalle sponde del Lario.


Il via ai cortei era stato dato domenica 24 febbraio con la sfilata dedicata ai bambini e con le maschere tradizionali di “Brut” e “Mascarun” e i costumi più moderni dei più piccoli a fare per così dire da “anteprima” al clou del Carnevale, in scena nelle giornate di sabato 2 e martedì 5 marzo.
Partita da piazza San Giovanni a Occagno, la sfilata - seguita da un gran numero di persone giunte a Schignano per assistere a un incredibile viaggio nelle tradizioni e nelle memorie di un’intera comunità - ha raggiunto Auvrascio.
Ora l’attesa è tutta per la sfilata finale, quella del “martedì grasso”, quando andrà in scena anche la tradizionale “fuga del Carlisepp”. Il fantoccio che impersonifica il Carnevale, sarà prontamente riacciuffato e messa al rogo al termine di una festosa serata fatta di danze e piatti della gastronomia tipica.
Sul sito ufficiale del Carnevale di Schignano si legge: “Il corteo viene aperto dai “Sapeur”. Questi personaggi, solenni e teatrali, hanno il volto dipinto di nero e lunghi baffi. Indossano abiti di pelle di pecora e portano particolari borracce ricavate dalle zucche. Seguono i “Mascarun”, che nascondono il viso dietro grandi maschere di legno intagliate. Hanno vestiti dai colori sgargianti e grandi pance, a testimonianza di prosperità. Sono detti anche i “Bei”, cioè i “Belli”, e si contrappongono agli ultimi personaggi della sfilata, i “Brut”, ossia i “Brutti”. Questi chiudono il corteo indossando stracci e mostrando la loro gobba piena di foglie secche. In una mano tengono la scopa e nell’altra un fiasco di vino per consolazione della loro cattiva sorte”.
Volontari, residenti, amici, mascherai e associazioni. Tutti partecipano alla “costruzione” del Carnevale di Schignano. Oltre all’amministrazione comunale anche l’asilo, le scuole, l’associazione "La M.A.SCH.E.R.A" (Mascherai artisti schignanesi estimatori ricercatori associati), la Pro loco e gruppi di cittadini si danno da fare con passione per fare del Carnevale di Schignano, dei suoi personaggi, della sua storia e delle sue tradizioni un appuntamento clou non soltanto per il territorio comasco e lariano.
I “Brut”
Dietro antiche enigmatiche maschere scolpite a mano nel legno, catturano l’attenzione dei presenti con balzi, cadute e abiti che richiamano uno stile di vita umile. Ricoperti da stracci, pelli di animali e pesantissimi campanacci, portano in scena il “povero”, costretto a vivere di pastorizia, agricoltura o addirittura a emigrare per mantenere la famiglia. Gli abiti dimessi, gli attrezzi contadini di una volta e le pesanti campane, compongono un costume che sovente finisce col pesare decine di chili.
Il Mascarun”, o “Bell”
L’andatura calma e retta, gli abiti vezzosi e colorati, i pizzi, i merletti e il pancione gonfio conferiscono eleganza e un’aura di nobiltà ai “Mascarun”. Accompagnati da sontuosi bastoni, ombrellini e sgargianti ventagli, i “Mascarun” invitano spesso i “Brut”, con modi risoluti, a rialzarsi.
La Ciocia
Una sola e stridula è la voce ammessa a parlare durante i cortei del Carnevale di Schignano: quella della Ciocia, moglie-serva del “Mascarun”, petulante e polemica, divertente caricatura delle donne di un tempo e macchietta degna del più nobile teatro dell’arte. Tassativamente rappresentata da un uomo con il volto sporco di fuliggine, abiti tradizionali e zoccoli di legno, si aggira tra i presenti lamentandosi delle angherie del marito e coinvolgendo gli spettatori in esilaranti minisketch.
Il Sapeur e la Sigurtà
Con il volto dipinto di nero e abiti in pelle di pecora, i “Sapeur” - con tanto di ascia - sono chiamati ad aprire e a sorvegliare il corteo subito dietro la “Sigurtà”, maschera che invece rappresenta l’autorità.
Il Carlisepp
E’ il fantoccio che rappresenta il Carnevale. Appeso in piazza durante i giorni di festa, è destinato a essere bruciato nel rogo finale del “martedì grasso”, non dopo aver tentato di fuggire invano in una drammatica e rocambolesca corsa tra la folla e i vicoli.
Nel servizio fotografico di Claudio Bottagisi, le immagini del “sabato grasso” al Carnevale 2019 di Schignano.


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