11 marzo 2019

Suor Maria Laura Mainetti, la sua tomba nella chiesa di Chiavenna


La religiosa fu uccisa nel giugno del 2000. Stasera nella collegiata di San Lorenzo il vescovo di Como Oscar Cantoni presiederà la messa solenne
Suor Maria Laura Mainetti, uccisa a Chiavenna nel giugno del 2000.
di Claudio Bottagisi
“Volevano far vincere il male ma hanno fatto trionfare il bene”. Con queste parole don Ambrogio Balatti aveva chiuso nel 2014 l’incontro dedicato alla figura di suor Maria Laura Mainetti, la religiosa originaria di Colico uccisa a inizio giugno del 2000 a Chiavenna da tre ragazze minorenni.

Erano in tanti, quella sera di marzo al Teatro San Lorenzo, ad ascoltare la testimonianza del sacerdote nativo di Mandello, all’epoca del delitto arciprete proprio di Chiavenna. Con lui, a parlare della religiosa trafitta da 19 coltellate e capace prima di morire di perdonare le sue carnefici, suor Beniamina Mariani delle “Figlie della Croce”, la congregazione presso la quale studiò suor Maria Laura, che appunto con suor Beniamina (che alla consorella trucidata ha anche dedicato un libro) condivise tutto il periodo di formazione alla vita religiosa.
“Un evento tragico ha concluso l’esistenza di suor Maria Laura - aveva esordito don Ambrogio - e già nelle ore immediatamente successive al delitto tutti, a partire dagli inquirenti, si interrogavano sul perché era potuto accadere. Perché a una persona così buona? Perché, visto che tra la religiosa e quelle tre ragazze non vi era alcuna relazione né alcun gesto da vendicare? Perché, considerato che non volevano neppure rapinarla?”.
“Per vincere la noia - aveva aggiunto il sacerdote - e per risvegliare Chiavenna, si era detto all’inizio. Poi però è uscito il satanismo come chiave di lettura e man mano che passavano i giorni si è fatta strada la consapevolezza che le tre ragazze erano schierate dalla parte del male e volevano farlo prevalere a ogni costo”.
Don Ambrogio Balatti, mandellese, la sera del marzo 2014 al teatro San Lorenzo.
Don Ambrogio, che inizialmente pare dovesse essere la vittima designata dalle tre minorenni, ha quindi ripercorso le tappe che avevano portato le ragazze, seguaci di Marilyn Manson, ad avvicinarsi prima all’occultismo poi appunto al satanismo, inducendole tra l’altro a inneggiare a Lucifero pochi mesi prima dell’orribile delitto attraverso un’inequivocabile scritta apparsa sul muro del cimitero di Chiavenna.
“Suor Maria Laura non aveva voluto sottrarsi all’incontro che una delle giovani le aveva chiesto sostenendo di essere stata violentata e di essere incinta - aveva osservato il sacerdote - e ha dimostrato fino in fondo la sua coerenza. E le stesse ragazze che volevano far prevalere il male hanno dovuto rendersi conto che puoi anche togliere la vita ma non puoi distruggere l’amore. Così suor Maria Laura ha sconfitto il loro progetto”.
“Era una brava suora - aveva detto dal canto suo suor Beniamina - ed era una di noi. Ecco perché quando è stata uccisa non riuscivamo a capire cosa potesse esserci dietro quel delitto. Di lei rimanevano impressi il sorriso, la sua gioia e il suo silenzio e in effetti in tanti anni io non ho mai visto sul suo volto un’espressione che non fosse gioiosa”.
“Pochi giorni prima di morire - aveva aggiunto - aveva confidato a una consorella di essere felice perché il Signore era contento di lei, pur se sentiva di dover ancora migliorare. Diceva di aver paura delle sue insicurezze e dei suoi insuccessi e chiedeva a Dio di illuminarla”.
Suor Beniamina aveva anche parlato dell’entusiasmo di suor Maria Laura e dell’amore che lei nutriva verso ogni persona in quanto tale, oltre appunto che della sua profonda gioia, “mai intaccata dalle difficoltà del cammino”.
“Era davvero una di noi - aveva ripetuto la religiosa - e viveva la semplice quotidianità che era divenuta la sua missione e che per lei consisteva nell’accogliere, ascoltare e poi intervenire con i mezzi che si hanno a disposizione. La sua era una presenza semplice e lei ha saputo testimoniare la carità che si fa ascolto e condivisione”.
Parlando del ruolo di educatrice di suor Maria Laura (per la quale nel 2005 si era aperto il processo diocesano di beatificazione, concluso nel giugno dell’anno successivo), suor Beniamina aveva ricordato di quando, dopo la morte della religiosa, un suo ex alunno indirizzò alla congregazione delle Figlie della Croce una lettera in cui diceva di non aver dimenticato il suo affetto e i suoi insegnamenti, “che - spiegava - hanno forgiato la mia personalità”.
“Molte volte - aveva affermato sempre la religiosa nativa di Lissone - ricordo di averla vista in lunghe silenziose preghiere davanti all’Eucarestia. Lei Dio lo chiamava “papà” e diceva: “C’è un papà che guida e dirige tutto”. Si entusiasmava nei confronti di chi sapeva vivere la fede con coraggio fino a dare la propria vita e lei stessa ha saputo andare oltre: ha dato a sua volta la propria vita e ha anche saputo perdonare chi gliela stava togliendo”.
“Il miracolo d’amore di suor Maria Laura è la sua luminosa testimonianza - aveva quindi concluso don Ambrogio Balatti - che ora è doveroso far conoscere. Con lei predomina la luce che vince le tenebre, perché se è vero che il fascino del male c’è sempre è altrettanto innegabile che la cattiveria non può distruggere la fede e l’amore”.
Monsignor Oscar Cantoni, vescovo di Como.
Lunedì 11 marzo, alle 20.30, presso la Collegiata di San Lorenzo in Chiavenna il vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, presiederà la messa solenne in occasione dell’avvenuta traslazione dei resti mortali della religiosa.
Suor Maria Laura ora riposa proprio nella chiesa di Chiavenna, nella cappella intitolata a san Giovanni Nepomuceno.
Dal 2000, quando venne uccisa, la sua tomba, così come il luogo dell’assassinio, sono meta del ritrovarsi spontaneo in preghiera di moltissime persone. E in questi anni l’affetto per suor Maria Laura è rimasto immutato. Si è anzi accresciuto nella riconoscenza per la sua passione educativa, declinata nel carisma della congregazione delle suore “Figlie della Croce”, nell’impegno presso il convitto per le giovani di Chiavenna e all’interno della comunità, accanto alle nuove generazioni, alle famiglie, nella scuola dell’infanzia e come catechista.
La decisione di traslare le spoglie di suor Maria Laura in San Lorenzo, in un luogo più idoneo alla preghiera dei devoti e dei familiari, accoglie il moto delle moltissime persone che desiderano recarsi in visita alla sua tomba.
Ottenute le necessarie autorizzazioni, il trasferimento è avvenuto nel periodo in cui la Chiesa di Como è impegnata nel Sinodo diocesano “Testimoni e annunciatori della Misericordia di Dio”. Suor Maria Laura è del resto una delle figure che accompagnano, per il suo esempio di vita, questo cammino sinodale, affidato all’intercessione della Madonna di Gallivaggio, madre di misericordia, accolta nella stessa collegiata di San Lorenzo per la momentanea inagibilità del santuario.
Tutti sono dunque invitati a partecipare alla messa solenne di lunedì 11 marzo e a pregare per chiedere il dono della beatificazione di suor Maria Laura, il cui iter è in corso di svolgimento nei modi e nei tempi canonicamente previsti.

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