09 ottobre 2019

Mandello e gli odori nell’aria. Scrive: “I cittadini vogliono spiegazioni”

Aldo Gallo
Lui è Aldo Gallo ma in questo caso aggiunge, dopo il proprio nome e cognome, “cittadino indignato”. Al centro della sua lettera aperta, indirizzata alla “Gilardoni Vittorio” e al sindaco di Mandello, Riccardo Fasoli, il “caso” degli odori avvertiti da tempo nell’aria di Mandello, in particolare in talune zone del paese.
All’azienda, per cominciare, Gallo chiede perché non si doti di un impianto di captazione dei fumi e delle polveri sottili e se il problema è di natura economica. “Se così fosse - scrive - perché non lo dite apertamente? Le istituzioni dovrebbero venirvi incontro e inoltre la nostra Regione eroga annualmente centinaia di milioni di euro per sostenere industrie, artigiani e commercianti. Si potrebbe fare ricorso a questi strumenti e noi cittadini potremmo supportavi affinché le nostri voci vengano ascoltate da chi ci governa, quindi ottenere le risorse necessarie”.
Al sindaco, Aldo Gallo chiede invece di dare talune spiegazioni. Tra le altre: “Avete mai chiesto alla “Gilardoni” perché non ha provveduto a dotarsi di un impianto di purificazione dei fumi? Vi hanno manifestato problemi economici? E perché un problema che coinvolge centinaia di cittadini non è mai stato affrontato in consiglio comunale?”.
“Sindaco - aggiunge il firmatario della missiva - lei amministra Mandello da quattro anni e il suo mandato è in scadenza. E’ stato severo con chi scarica l’acqua piovana nel Meria, sanziona chi accende sterpaglie provocando fumo, come mai non ha adottato provvedimenti sanzionatori nei confronti della “Gilardoni”?....”.
E ancora: “Non sarebbe meglio istituire un tavolo di confronto pubblico tra lei, l’azienda e le parti sindacali per capire e soprattutto far capire ai cittadini per quale ragione non si risolve la faccenda? I mezzi tecnici ci sono e se, torno a dire, il problema è di natura finanziaria, allora occorre percorrere, unendo tutte le parti, la strada maestra che ci porti a conclusione di questa penosa e logorante vicenda”.

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