22 febbraio 2023

Il vescovo e la Quaresima: “Impariamo in questo tempo a costruire legami e relazioni con tutti”

Il vescovo di  Como, cardinale Oscar Cantoni.
 
Con il rito dell’imposizione delle Ceneri è iniziato oggi il cammino di Quaresima, tempo di conversione scandito dal digiuno, dalla preghiera e dall’elemosina. Di seguito il messaggio che il vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni, ha consegnato alla diocesi per accompagnare l’itinerario di ognuno verso la Pasqua:

Papa Francesco nel suo messaggio per l’inizio della Quaresima ci invita a essere costruttori di comunione e di fraternità. Alla luce dell’esperienza evangelica della trasfigurazione del Signore, attraverso cui i discepoli superano l’incomprensione manifestata nei confronti di Gesù, proviamo a percorrere un cammino ascetico ben definito, di settimana in settimana, senza rifugiarsi “in una religiosità fatta di eventi straordinari per paura della realtà, con le sue fatiche quotidiane, le sue durezze e le sue contraddizioni”.
Prendendo spunto dall’immagine di un’escursione in montagna, il Papa invita a un percorso di riflessione per “comprendere meglio la volontà di Dio e la nostra missione al servizio del suo Regno”.
Si parte dalla primaria indicazione di mettersi in ascolto di Gesù che ci parla attraverso la parola di Dio, ma anche nei volti e nelle storie di coloro che hanno bisogno di aiuto. Si tratta poi di vivere di fede, speranza e amore la passione e la croce, per giungere alla risurrezione.
Il cammino ascetico che il Papa ci propone dentro il tempo di Quaresima si concretizza nel diventare “artigiani della sinodalità” all’interno della vita ordinaria delle nostre comunità. In sintonia, dunque, con le indicazioni del nostro libro post sinodale Testimoni di misericordia cerchiamo di imparare a camminare insieme.
Il rischio comune è quello di parlare di sinodalità come una moda, per poi continuare come prima. Certo, la fatica di diventare una Chiesa sinodale esige un cambiamento di mentalità, ma soltanto percorrendo la strada insieme scopriamo la nostra complementarità e anche la necessità di imparare gli uni dagli altri.
A prima vista si potrebbe essere tentati di pensare che vivendo la sinodalità si produca una riduzione del proprio ruolo, del proprio carisma, del proprio dono. Sintonizzandoci insieme, comprendiamo piuttosto che la complementarità non toglie nulla, ma arricchisce.
Occorre quindi, proprio come esercizio quaresimale, superare le paure e le diffidenze reciproche attraverso un ascolto che valorizza i laici nelle loro competenze, nei loro doni umani e spirituali per la vita delle nostre parrocchie in un dialogo sereno e coinvolgente tra laici e sacerdoti.
Impariamo, proprio in questo tempo quaresimale, a costruire legami e relazioni con tutti, anche con persone che non avremmo immaginato fossero disponibili al colloquio, senza parlarci addosso o parlare sempre e solo di noi, della gestione della nostra realtà.
Molte persone, anche fuori dal nostro ambiente ecclesiale, hanno tanto da insegnarci e il loro ascolto ci fa uscire dalla presunzione di essere soltanto maestri che insegnano e non fratelli e sorelle desiderosi di ampliare gli orizzonti e di imparare sempre e di nuovo. Il nostro desiderio, umile e costante, sia sempre quello di trovare le strade più opportune per servire meglio la Chiesa.
In unità di spirito proseguiamo insieme il cammino con il Signore Gesù, crocifisso e risorto, “gloria del suo popolo e luce delle genti”.

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