13 dicembre 2022

Mandello Lario. Tratti di pantano insuperabili (e pericolosi) lungo il sentiero del viandante



(C.Bott.) C’è un sentiero che in questi ultimi anni non è azzardato dire sia divenuto tra i più frequentati non soltanto sul territorio provinciale ma anche oltre. Un sentiero affascinante e panoramico che costeggia la sponda orientale del ramo lecchese del Lario e che da Lecco raggiunge Colico, collegando tra loro i paesi rivieraschi. Chi lo percorre si trova a osservare scorci di rara bellezza, con il lago da una parte e dall’altra il profilo lussureggiante dei monti.

Il riferimento è al sentiero del viandante. Chi lo percorre, si è detto, scopre il fascino di paesaggi di rara suggestione ed è invogliato a tornarvi. Chi si trova a seguire quel tracciato nel tratto compreso tra Abbadia Lariana e Mandello Lario (o viceversa) si imbatte però anche in alcuni punti in cui quel percorso diventa una sorta di Camel Trophy da affrontare non con veicoli fuoristrada bensì rigorosamente a piedi.



A cosa ci si riferisce? Ai tratti (più di uno, lo ripetiamo, a breve distanza uno dall’altro e in territorio del comune di Mandello) dove il sentiero dopo ogni temporale o, peggio, dopo ogni giornata di pioggia diventa un autentico pantano. Entrarci vuol dire affondare letteralmente con le scarpe dentro acqua e fango e l’unica alternativa è aggirare… l’ostacolo salendo sui muretti che costeggiano il sentiero e aggrappandosi alla recinzione, con il rischio di cadere oltre che di danneggiare con l’andar del tempo la recinzione stessa.



Per rendersene conto basta percorrere il tratto situato nelle immediate vicinanze della chiesa di San Giorgio, oltremodo frequentato non soltanto dagli escursionisti ma anche da chi abita nei paraggi (anziani compresi) e appunto è solito raggiungere a piedi l’edificio religioso, magari provenendo da Abbadia per poi farvi ritorno.

Tutto quel tratto, va specificato, è acciottolato ma nei punti che dopo la pioggia si trasformano in insuperabili pantani quella pavimentazione, di per sé bella da vedere e capace di dare ulteriore dignità al sentiero, è di fatto… sparita per lasciare posto a uno strato di terra e spesso e volentieri, come detto, al fango.
 
 

 

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