13 febbraio 2019

Fanfara dei carabinieri, musica ed emozioni nel Giorno del ricordo


Non si sono certo già spente, in quanti erano domenica 10 febbraio al “De Andrè” di Mandello, le emozioni vissute nella serata dedicata al Giorno del ricordo, patrocinata dall’amministrazione comunale e organizzata dall’associazione “Lago di Como in musica”.

Presenti in platea, tra gli altri, il prefetto di Lecco, Liliana Baccari, i sindaci di Mandello, Abbadia Lariana e Barzio, i vertici provinciali e cittadini dell’Arma dei carabinieri, il comandante della Guardia di finanza di Lecco e il comandante della stazione Carabinieri di Mandello. Inoltre rappresentanze dei Comuni di Lecco, Colico e Perledo.
Tra le associazioni gli esuli giuliano-dalmati lecchesi, l’Associazione finanzieri in congedo, l’Associazione nazionale carabinieri di Lecco, l'Anc - Gruppo provinciale di Protezione civile e l’Anc Valsassina, Colico, Olginate e Calolziocorte.
All’interno del dramma degli infoibati italiani è stato dato particolare risalto al sacrificio dei circa 300 carabinieri infoibati.
Originari di ben 79 province italiane, fedeli al loro giuramento e amati dalla popolazione, finirono nelle foibe titine o in mare, o comunque scomparvero, ossia finirono infoibati dai titini, uscendo dal Registro dei martiri della libertà.
Sul palco del gremito teatro comunale si è esibita la Fanfara del III Reggimento carabinieri “Lombardia”, diretta dal maresciallo capo maestro Andrea Bagnolo, in un apprezzato programma che in taluni brani ha visto accompagnarsi la voce di Luciano Andreoli, del Teatro della Scala di Milano.
Nella prima parte un susseguirsi di pezzi struggenti e una rappresentazione scenica dall’opera Macbeth di Giuseppe Verdi, per la regìa di Luciano e Giorgio Andreoli: Come dal ciel precipita (trascrizione musicale per banda di Andrea Bagnolo).
Nei panni di Banco Luciano Andreoli e di Fleanzio, figlio di Banco, Edoardo Mastalli, mentre i sicari erano Giorgio Duncan, Pietro Gazzola e Paolo Poli.
Più d’uno i brani di particolare intensità. Tra gli altri, di autori vari, la trascrizione per fanfara di Michele Mangani La grande guerra (canzoni della prima guerra mondiale). Un medley, un affresco musicale che racchiude i canti più in voga durante il conflitto.
Poi un segnale militare arrangiato in maniera sinfonica, Il silenzio, di autore sconosciuto e arrangiamento di Fulvio Creux.
Durante l’intervallo una toccante testimonianza di Roberto Stanzione, presidente onorario degli esuli giuliano-dalmati lecchesi, preceduta da due parziali ma esaustive letture: dalla testimonianza resa al Quirinale nel 2015 da Lucia Bellaspiga, figlia di esuli istriani e giornalista, e dal Notiziario storico dell’Arma dei carabinieri.
Alle atrocità dei titini in Istria, contro gli esuli si sommò in Italia il rifiuto a ospitarli. “Tanto tempo è passato e tanto è stato taciuto - è stato detto nel corso della serata - E’ però necessario ricordare quanto accaduto e una legge nazionale vuole aiutarci in questo, ma anche è indispensabile procedere verso una nuova esistenza”.
La seconda parte del concerto ha voluto rappresentare la vita ritrovata dopo tanta violenza e sofferenza, non per dimenticare il dolore ma per inneggiare alla vita, al sorriso e all’allegria.
Ancora due brani meritano una segnalazione particolare: in ricordo della forza di tutte le donne, un’aria tratta dal dramma giocoso L’italiana in Algeri di Gioacchino Rossini, opera che inneggia all’arguta femminilità italiana, e con la trascrizione di Andrea Bagnolo Le femmine d’Italia (nella parte di Haly, lo stesso maestro Andreoli).
Quindi un pezzo entrato nella storia con Jerry Lewis, scritto da uno dei grandi maestri americani di musica leggera orchestrale, Leroy Anderson. La protagonista del brano è la macchina per scrivere Olivetti Linea 98, fedele e indispensabile compagna dei carabinieri fino agli anni Novanta, quando venne… pensionata dai computer.
Solista alla macchina per scrivere l’appuntato scelto Manuel Limonetti.


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