08 febbraio 2019

Walter Visioli, showman della pittura. E personaggio d’altri tempi


Quest’anno ricorre il centenario della nascita dell’artista scomparso nel maggio di dieci anni fa. Legò il suo nome al Premio Contea di Bormio 
Walter Visioli (1919 - 2009)
di Claudio Redaelli
Nel settembre di quest’anno avrebbe tagliato il traguardo del secolo di vita. Classe 1919, Walter Visioli - scomparso dieci anni fa, esattamente nel maggio del 2009 - era un autentico personaggio in tutto ciò che faceva, anche nella vita di ogni giorno.
Originario di Casalmaggiore, in riva al Po, aveva raggiunto agli inizi degli anni Sessanta la Contea di Bormio, che nel tempo sarebbe diventata qualcosa di più della sua nuova “patria”.

“La cantava con le sue poesie proposte quasi come un cerimoniale nelle situazioni e occasioni più diverse - fu scritto di lui alla sua morte - e lo ha fatto sino all’ultimo, descrivendo quanto di bello aveva scoperto in questa vallata al punto da inventare, forse anche per renderle omaggio, uno tra i più prestigiosi premi di pittura estemporanea, per l’appunto il “Contea di Bormio”, un concorso che ha segnato la storia artistica di quella Valle e che è stato accompagnato dalle vicende anche personali e umane proprio di Walter”.
Un personaggio d’altri tempi, verrebbe da dire, una vita vissuta intensamente e raccontata in quelle pagine di diario che sono i volumi da lui pubblicati in cui svelava aneddoti legati al mondo dell’arte ma anche incontri con vip e gente comune.
Lui, però, non era uno comune. “Quando non si può avere quello che si ama, bisogna amare quello che si ha”, aveva scritto su uno dei suoi libri.
Visioli ha amato tanto la sua terra diventandone una sorta di istrione e di cantore, attraverso quadri e fumetti, poesie e pagine di diario.
Disegnatore e pittore eccelso, con opere sparse in collezioni di varie nazioni, scrittore arguto ma ancor più arguto parlatore, Visioli diventò a Bormio un’autentica attrazione nel senso più positivo del termine, uno showman esperto e simpatico, capace di rendere piacevoli le ore ai clienti e agli amici che lo frequentavano.
Ad ascoltarlo, di primo acchito poteva sembrare un amabile burlone, poi però ci si accorgeva che le sue satiriche affermazioni potevano essere accompagnate da prove di verità.
Musica, pittura, buona cucina e goliardia sono gli elementi in cui Walter visse e crebbe fino alla guerra del 1940-45 che lo vide valoroso combattente in Africa settentrionale e poi “ribelle comandante” di una formazione di patrioti della libertà.
Amico di Dino Buzzati, divenne corrispondente del Corriere della Sera, fu ospite di Salvador Dalì a Port Lligat, si trascinò artisti quali Giorgio De Chirico e Pietro Annigoni nella presidenza del Premio Contea da lui fondato e tra i numerosi riconoscimenti ottenuti vantava il possesso di due medaglie d’oro del presidente della Repubblica e il Gonfalone d’oro della città di Milano.
Per Visioli, Dio nel “costruire” il mondo aveva fatto un solo capolavoro: l’Italia e il Mediterraneo. Tutto il resto, soleva dire, l’ha fatto in fretta!
Tra i libri da lui pubblicati vi fu Tanti sorrisi e un po’ di serietà, dato alle stampe nel 1992 dall’Editoria grafica Colombo.
“Io sono un umorista - scriveva Visioli nelle pagine introduttive del volume - perché consapevole di essere nato da una fregata e destinato a finire in una fregatura. Perciò, se non rido o faccio sorridere qualcuno ogni giorno, rischio di esser fregato tre volte”.

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