10 gennaio 2020

Padre Alberto Pensa dalla Thailandia: "Vi racconto il mio 2019"

Il missionario liernese, 80 anni il prossimo mese di febbraio, descrive l'anno appena trascorso all’Holy family catholic centre
Il liernese padre Alberto Pensa, da decenni missionario in Thailandia.

(C.Bott.) Una sorta di “diario”, per raccontare l’anno appena trascorso e rivivere idealmente quanto accaduto nel 2019 all’Holy family catholic centre nei pressi di Mae Sai, provincia di Chiang Rai, nel Nord della Thailandia, dove vivono un’ottantina di bambine e bambini che frequentano le elementari, oltre a una cinquantina di ragazze  tra i 6 e i 15 anni alle quali viene data la possibilità di frequentare corsi di formazione.
Lì si trova dalla fine del 1972 padre Alberto Pensa, originario di Lierna, classe 1940 (taglierà il traguardo degli 80 anni il prossimo mese di febbraio). E da lì il missionario appartenente alla congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Bétharram, ordinato sacerdote a Milano nel giugno 1965 dal cardinale Giovanni Colombo, fa giungere sul Lario la sua voce e la sua testimonianza.
C’è innanzitutto un ricordo, nello scritto di padre Alberto: quello della visita in Thailandia di Papa Francesco dello scorso novembre, con due ragazze dello staff del Centro che hanno avuto l’opportunità di assistere alla celebrazione conclusiva nella cattedrale di Bangkok.
Poi il suo “grazie” alle nove ragazze che organizzano la quotidianità della missione. “Durante questi mesi - afferma il missionario liernese - le nostre porte si sono aperte per accogliere amici  provenienti da diversi parti del mondo. Abbiamo ospitato daprima Chiara e Laura dall’Italia, Maria, Siriwan e Sasirat dalla Thailandia, Su-Jan da Taiwan e Françoise dalla Francia. Un insieme di culture, lingue e tradizioni diverse ma accomunate dallo stesso spirito: conoscere e scoprire questi angoli quasi agli estremi confini del mondo”.
“Insieme - aggiunge padre Pensa - si è cercato di riflettere per trovare il modo di sostenere la missione ed è stato messo a punto il progetto delle adozioni scolastiche a distanza. Ciascuno ha poi lasciato questa “casa” fisicamente, ma posso affermare che tutti ci hanno lasciato il cuore”.
In agosto padre Alberto ha invece accolto quattro ragazze italiane (Ilaria, Sonia, Matilde e Elisa) giunte in Thailandia per vivere un’esperienza missionaria con “Missio giovani”, che fa parte della “Fondazione Missio”, l’organismo pastorale della Conferenza episcopale italiana che si occupa dell’animazione e della formazione missionaria per adolescenti e giovani che hanno nel cuore il desiderio di vivere la missione a 360 gradi.
“Tutte e quattro - non manca di sottolineare padre Pensa - hanno potuto entrare in sintonia con i piccoli ospiti e hanno vissuto la nostra quotidianità, sia nella vita del Centro sia nella visita dei villaggi”.
Seguono, nella newsletter giunta dalla Thailandia, le testimonianze di alcune di loro e la soddisfazione perché per il secondo anno consecutivo i prodotti realizzati presso la scuola di taglio e cucito di Bankonthip hanno conquistato Bangkok. Sono stati infatti esposti in due occasioni presso le sale della banca di Bangkok, al centro della capitale, vestiti, borse, zaini, piccoli oggetti e centritavola, tutti realizzati dalle ragazze che frequentano la scuola di taglio e cucito nata all’interno della missione.
“Anche se a oltre 900 chilometri di distanza dal Centro - scrive una di loro - si è ricreato il clima di  famiglia e fraternità che caratterizza il lavoro delle ragazze della missione, che attraverso la realizzazione dei diversi prodotti, con i ricami e le decorazioni, desiderano esprimere la loro gioia nel mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti”.
Dell’esperienza vissuta in quella lontana terra Sonia scrive tra l’altro: “Ho imparato che quando ci si arrabbia è meglio fare come loro: si litiga sì, ma dopo due minuti si fa pace. Ho imparato che privarsi di qualcosa per darlo a chi ne ha bisogno avvicina alla carità. Ho imparato da loro a togliermi le scarpe non soltanto come segno di rispetto ma anche per sporcarmi e vivere pienamente ogni momento. Tutti i bambini del mondo sono uguali e anche noi dovremmo tornare bambini, perché attraverso i loro occhi vedremmo il mondo per come deve essere”.
E più avanti nella sua testimonianza: “Dopo qualche mese da quel viaggio nella “terra del sorriso”, sorrido ancora ricordando i colori e i volti di un Paese che mi ha attesa, accolta e abbracciata. Ero uno straniero eppure ho ricevuto ospitalità, attenzione, cura, fiducia e rispetto. E tutto questo mi è stato semplicemente donato”.
Ed Emilia scrive: “Il Centro è letteralmente aperto: non c’è nessun tipo di cancello o recinzione. L’area è delimitata semplicemente da una siepe fiorita e ben curata. Un bel segno di accoglienza… Le giornate sono scandite da orari precisi e ognuno sa cosa deve fare. Ho potuto passare del tempo con Noy, anima di Bankonthip, la scuola di taglio e cucito. Ho constatato la preparazione delle ragazze, la loro precisione, minuziosità e abilità nei lavori di ricamo. Noy segue le ragazze quotidianamente, le guida con costanza, serenità, pazienza e competenza. E anche il modo con cui i padri gestiscono la missione mi ha colpito. Padre Alberto, in particolare, ascolta tutti con pazienza e ha un affetto amorevole verso i più piccoli. I bimbi gli vogliono un bene speciale come se fosse un papà”.
“Insieme ai missionari - aggiunge -  ho visitato alcuni villaggi delle montagne dove vive l’etnìa Akha: le loro abitazioni sono ancora realizzate su palafitte e interamente in legno. E’ come fare un balzo indietro nella storia di cinquant’anni. In questi luoghi così isolati il rumore più forte è il canto delle cicale. Tutto intorno ci sono risaie e boschi che portano con sé unicamente pace e colore”.
Infine le “istruzioni” per aderire al progetto della “adozioni scolastiche a distanza”, con l’indicazione della quota di sostegno per un anno di un bambino (250 euro) e le modalità per il versamento del contributo.
Occorre dunque inviare una e-mail di richiesta a bankonthip@gmail.com, oppure all’indirizzo di posta elettronica info@amicibetharram.org, specificando “Adozione Thai”.
Il versamento si può effettuare tramite conto corrente postale numero 1016329805 (Iban IT82I0760110900001016329805) intestato a: Amici Bétharram Onlus, via Manzoni 8 - 22031 Albavilla (Como), oppure con il conto corrente bancario numero 59230/36 (Iban IT36 L056 9633 8400 0005 9230 X36) presso la filiale di Seregno della Banca popolare di Sondrio.

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