06 gennaio 2020

Pesa vegia, folla a Bellano nella notte più magica. E più lunga

(C.Bott.) E’ stata la notte dell’Epifania e per Bellano e i bellanesi è stata la notte più lunga, quella della Pesa vegia. Storia, leggenda e tradizioni si sono intrecciate anche quest’anno per un evento che ha coinvolto centinaia di comparse in costume d’epoca e mobilitato la folla di ogni 5 gennaio.
Manifestazione con alle spalle oltre 400 anni di storia, capace di rinnovarsi di edizione in edizione pur mantenendo immutate leggenda e magìa, la Pesa vegia ieri sera ha catalizzato una volta di più l’attenzione di un gran numero di persone.
L’evento è vissuto attorno a una serie di rappresentazioni e ambientazioni storiche che hanno preso vita in suggestivi scorci del paese, in un indovinato mix tra sacro e profano.
Il presepe vivente in zona eliporto, il castello di re Erode all’ex cotonificio Cantoni, l’oasi dei Magi in via Carlo Alberto, la casa della “Teresa di pom” in via Plinio, l’accampamento dei cavalieri alla “Puncia”, l’antico convento all’ex bar Acli, l’osteria della fruttarola alla stazione ferroviaria, la mostra dei disegni dei ragazzi  e vari pannelli sulla storia della “Pesa” al Palasole, la corte del podestà dentro la ex chiesa di San Nicolao e il consiglio comunale storico in municipio hanno fatto da ideale contorno al traino delle pese per le vie del paese, all’arrivo del podestà e dei nobili al molo e all’attracco della gondola con i messi spagnoli.
Gli sguardi della folla si sono poi spostati verso il balcone del municipio, dove si è rinnovata la lettura della benevola ordinanza con il ripristino delle vecchie unità di misura.
Sempre dal palazzo municipale si è quindi mosso il corteo spagnolo, seguito dalla sfilata dei Magi, che hanno distribuito caramelle e doni.
Va ricordato che da un attento lavoro di ricerca svolto anni fa da Antonio Rusconi e in seguito sfociato nella pubblicazione del libro Pesa vegia tra leggenda e realtà viene documentata come verosimile una datazione intorno al 1605, anno in cui vi fu l’emanazione di una “grida”, a cura del governatore Pedro Acevedo conte di Fuentes, che annullava una precedente sua riforma del 1604 e ripristinava in uso le vecchie unità di misura.
La leggenda
Le nuove unità di misura, ossia la “pesa nova”, avevano provocato disappunto nei commercianti bellanesi: quell’“iniqua ordinanza” era ritenuta una calamità per le attività commerciali del paese qualora non si fosse riusciti a contrastarne l’applicazione. E in una concitata riunione in municipio si decise di ricorrere allo stesso governatore perché annullasse le nuove pese e emanasse una nuova “grida” per ripristinare le vecchie misure.
Il Conte di Fuentes accolse le suppliche dei bellanesi e si mise a capo di una delegazione con destinazione il borgo lariano. L’atmosfera in paese era tesa per l’esito della spedizione. Sin dal primo pomeriggio un insolito viavai animava la “Puncia” e dopo il tramonto la spiaggia al dì là del Pioverna era ricolma di giovani e anziani che attendevano con ansia il natante.
Il buio incalzava, l’aria era pungente. Accovacciati intorno a un falò uomini e donne erano pensierosi e preoccupati. E di tanto in tanto puntavano gli occhi verso l’oscurità del lago per capire un qualche minimo segno. Il rumore di uno sciacquìo giunse improvviso.
I bellanesi si alzarono in piedi a scrutare in lontananza. E quando videro la gondola corriera, con quanto fiato avevano in gola, lanciarono dalla riva il grido “Pesa vegia o Pesa nova?”; “Pesa vegia” fu la risposta. Popolani e commercianti esultarono. Tutto il paese accorse nel molo per accogliere i messi spagnoli latori della benevola ordinanza.
Alcuni si ricordarono che era la vigilia dell’Epifania e, pazzi di gioia, inscenarono la rappresentazione dei Magi e, improvvisando un corteo, percorsero le vie del borgo soffermandosi a bere e a mangiare nei bar e nei ristoranti aperti sino al mattino.
Nel servizio fotografico di Claudio Bottagisi, le immagini dell’edizione 2020 della Pesa vegia.

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