28 dicembre 2019

Padre Mario Marazzi scrive: “Vorrei restare a Hong Kong per sempre”

Il missionario: “Rimanere qui in solidarietà con la gente del posto, nella buona e nella cattiva sorte, mi sembra più bello”
Padre Mario Marazzi, classe 1928.
(C.Bott.) “In occasione di un mio ritorno in Italia, anni fa, mia sorella Linda mi fece una bella maglia di lana che a Hong Kong mi è servita durante i mesi freddi. Mi sono però accorto che aveva bisogno di qualche rattoppo. La diedi a una cattolica che conosceva una signora che provvide a farla riparare e la maglia tornò nuova. Questa maglia simboleggia un po’ la mia vita, in cui parecchi ci hanno messo mano. Dopo avermi fatto crescere, la mia famiglia mi consegnò al Pime dove vissi fino all’ordinazione presbiterale. Divenuto prete, fui consegnato alla comunità cattolica di Hong Kong che si prese cura di me. Da allora sono stato oggetto di gesti di bontà e generosità che mai dimenticherò”.
Inizia così la lettera che padre Mario Marazzi, classe 1928, indirizza a familiari e amici in occasione delle festività di fine anno.
“Giunto a questa età (padre Mario ha compiuto 91 anni lo scorso 22 maggio, ndr) potrei tornare in Italia come “pensionato” - osserva il missionario - A Lecco il mio istituto ha una bella casa per l’accoglienza di missionari anziani e malati. Spero tuttavia di continuare a rimanere a Hong Kong. Non perché qui si stia meglio che in Italia. Rimanere qui o tornare in patria per me è uguale. Sono stato mandato a Hong Kong ad annunciare il Vangelo e a servire la Chiesa locale. Il mio desiderio, quindi, è di rimanere qui fino a quando a Dio piacerà lasciarmi vivere. Rimanere qui in solidarietà con la gente di Hong Kong nella buona e nella cattiva sorte mi sembra più bello”.
Il missionario, originario di Varenna ma legato a filo doppio a Mandello dove ha vissuto a lungo e dove ha anche lavorato alla Icma, ricorda quindi che “sebbene sia a riposo e gli acciacchi della vecchiaia si facciano sentire, le occasioni di un po’ di lavoro pastorale e missionario non mancano”.
“Ho più tempo per leggere - scrive - per tenermi in corrispondenza con coloro che mi scrivono e per pregare. Mi sforzo di pregare per chi mi ha fatto del bene (e sono tanti), per quelli che chiedono di ricordarsi di loro, per questa comunità cristiana che mi ha accolto e di cui sono lieto di far parte. Prego per la Chiesa in Cina ancora tribolata e invito voi a unirvi a me”.
Già, la Cina. Padre Marazzi nella sua missiva non manca di parlarne. “Di recente - afferma - ho avuto modo di pensare alla Cina che in brevissimo tempo si è trasformata in una potenza mondiale. I cristiani vivono con impegno la loro fede, ma non mancano le difficoltà: in parecchi luoghi ai minori di 18 anni non è consentito partecipare alla messa e al catechismo, alcune chiese sono state arbitrariamente demolite e i preti sono stati costretti a registrarsi presso l’Associazione patriottica (un ente voluto dal regime che propugna l’“indipendenza” della Chiesa)”.
Poi Hong Kong. “Quest’anno - osserva il missionario - anche Hong Kong ha avuto i suoi problemi. Tutto è iniziato quasi mezzo anno fa, quando un’imponente parte della popolazione ha dimostrato pacificamente contro l’introduzione da parte del governo locale di una legge che avrebbe consentito l’estradizione di cittadini da Hong Kong alla Cina. Alla mancanza di una risposta da parte del governo sono seguite proteste, con scontri con la polizia e atti di vandalismo. Speriamo che sia presto la fine di questo stato di cose che si trascina da tempo, con notevole disturbo alla popolazione”.
Quindi le considerazioni finali: “In un mondo lacerato da lotte e discordie (e quest’anno Hong Kong non ha fatto eccezione) auguro a me e a voi di essere nel nuovo anno strumenti di amore e di pace”. E un invito, quello a destinare nella dichiarazione dei redditi il 5x1000 ai missionari del Pime attraverso la "Fondazione Pime Onlus", indicando il codice fiscale 97486040153 e apponendo la propria firma nello spazio riservato al “volontariato, organizzazioni non lucrative di utilità sociale, associazioni…”.

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