17 novembre 2021

“Salute è sicurezza in montagna”, quelle “istruzioni per l’uso” di Vasco Cocchi sempre così attuali

Nato dalla realtà direttamente vissuta, il suo libro pubblicato nel 1991 costituisce un viaggio ideale nella fisiologia sportiva

Vasco Cocchi, medico e alpinista, morto nel gennaio 2009.


di Claudio Redaelli

L’ultimo tragico evento è soltanto dello scorso inizio novembre, quando un escursionista è precipitato per alcune decine di metri in Grignetta. Raggiunto dai soccorritori dell’eliambulanza e dai tecnici del Soccorso alpino e immediatamente ricoverato all’ospedale di Lecco, non è purtroppo sopravvissuto alla caduta. Troppo gravi le ferite riportate. L’incidente si è verificato in Grigna meridionale, non distante dal Caminetto Pagani. Negli stessi giorni un escursionista è caduto sullo Zucco Angelone, riportando un trauma a una spalla.

L’elenco dei morti e dei feriti anche sulle montagne del Lecchese continua ad allungarsi anno dopo anno, mese dopo mese. Assume allora una valenza sempre attuale il libro Salute è sicurezza in montagna pubblicato nel 1991 dalle Edizioni cultura “Il Punto Stampa” - Cbrs editrice di Lecco. L’autore era Vasco Cocchi, medico e alpinista conosciuto e stimato, e a darlo alle stampe era stata la tipolitografia Alfredo Colombo.

Originario di Lecco, dove era nato il 24 ottobre 1917, Vasco Cocchi si era laureato in Medicina e chirurgia, per poi conseguire la specializzazione in cardiologia e in medicina del lavoro.

Ragno della Grignetta, fu consigliere del Cai centrale e fece altresì parte del consiglio sezionale del Club alpino lecchese. Tenne corsi di fisiologia, medicina sportiva e pronto soccorso in varie scuole di alpinismo e di sci alpinismo, discipline che praticò assiduamente. E con grande passione.

In tanti anni di attività sportiva e professionale maturò come detto una conoscenza non comune della montagna, intesa nei suoi molteplici aspetti. Morì nel gennaio 2009 all’età di 91 anni.

Di Vasco Cocchi nella prefazione al libro Salute è sicurezza in montagna si legge: “Pare continuare in chiave moderna il discorso di Antonio Stoppani, dei valori e delle attenzioni che vi si implicano. E lo fa con riguardo scientifico, che non toglie ma chiarisce la gioia di godere della natura con razionale ardimento, ossia contribuendo alla salute e non compromettendola, preservando la vita e non rischiandola con imprudenza”.

Quel riferimento al geologo e  accademico, illustre figlio della terra lariana, prendeva spunto dalla sua opera Che cosa è un vulcano?, una tra le minori di Stoppani ma di cui parevano rivivere la poesia e la vita armonicamente fuse: “…mattina, smania nelle gambe, altura, aria imbalsamata, olezzo dei prati, profumo del bosco, sudore, erta sassosa, pelle…”.

Poesia e vita che si ritrovano proprio nel libro di Cocchi, nato dalla realtà direttamente vissuta e che costituisce un viaggio ideale nella fisiologia sportiva. “Non mancando di affascinare - si leggeva sempre nella prefazione - fornisce indicazioni preziose a chi i sentieri, le vette e le pareti rocciose non si accontenta di ammirarli in fotografia o con il cannocchiale. Dà consapevolezza dei rischi che si accompagnano alla pratica dell’escursionismo e dell’alpinismo, insegna la necessità e il modo di prepararsi e comportarsi adeguatamente a tale pratica”.


L'opera di Vasco Cocchi - curata da Gianni Maffeis, che si occupò tra l’altro della raccolta e della collocazione delle immagini che corredavano il libro - rappresentò in effetti un utile quanto innovativo strumento di formazione  (e informazione) per i giovani, ma non soltanto.

Escursionismo e alpinismo erano del resto già allora largamente diffusi. Nasceva così l’esigenza di estendere e rafforzare la conoscenza della medicina sportiva e di incrementare la sensibilità verso di essa, specie per quanto riguardava l’alimentazione e l’allenamento.

Liberare in questo senso l’escursionismo e l’alpinismo dalle vecchie mitizzazioni gratuite e sottolinearne e coltivarne il fascino in una consapevole misura di rapporto dell’uomo con la natura è il miglior servizio che si possa rendere alla gioia di vivere anche in questo campo. E il libro di Cocchi è questo servizio: vi si affronta il problema del doping nella pratica esasperata degli sport, vi si tratta delle più qualificanti nozioni di fisiologia sportiva, dell’alimentazione, dell’allenamento, del sistema cardio-circolatorio e respiratorio e vi si spiegano le più importanti nozioni di pronto soccorso.

Salute è sicurezza in montagna è stato in definitiva - e continua a esserlo -  un messaggio di professionalità e allo stesso tempo di serietà nell’avvicinarsi alla montagna. Un invito all’uomo nel senso universale della parola.

Lo stesso Vasco Cocchi introducendo il volume scriveva che “per raggiungere, nella pratica sportiva, determinati traguardi non è sufficiente avvalersi di attrezzature all’avanguardia, di cognizioni tecniche, di indumenti moderni e sofisticati. E’ anche fondamentale conoscere se stessi”.

E ancora: “Un organismo in perfette condizioni fisiche, alimentato razionalmente, allenato come si deve, può raggiungere limiti di alto rendimento. Conoscere noi stessi ci dà modo di riconoscere tali limiti, di non andare oltre e di conservare la nostra integrità”.

E Peppino Ciresa, presidente del Cai Lecco negli anni in cui il libro di Cocchi fu dato alle stampe, nelle pagine introduttive del volume scriveva: “Purtroppo gli incidenti in montagna sono sempre più frequenti data la grande espansione che la pratica dell’escursionismo e dell’arrampicata ha avuto in questi ultimi anni. Ragione, questa, che dovrebbe indurre ogni frequentatore della montagna alla conoscenza delle più elementari norme di pronto soccorso che a volte servono a ridurre le conseguenze o addirittura a salvare vite umane”.

Nessun commento:

Posta un commento