29 settembre 2019

Festa a Olcio per don Carlo Fabbris: “Signore, accogli la mia gioia”

Il sacerdote nativo della frazione mandellese ha ricordato il cinquantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale
di Claudio Bottagisi
Il canto Tu sei sacerdote in eterno a inizio celebrazione, poi le prime parole di benvenuto di don Mario Tamola ai fedeli: “Oggi ci ritroviamo nella nostra parrocchiale per una cerimonia che vuole essere un atto di ringraziamento al Signore e, insieme, un momento di festa in onore di don Carlo Fabbris. Ed è un momento di festa non soltanto per lui e per i suoi familiari ma anche per tutta la nostra comunità”.
Dall’altare della chiesa di Sant’Eufemia don Carlo, classe 1943, sacerdote dal 1969, ringrazia e dice: “Siamo qui per ricordare Cristo risorto e allora noi dobbiamo avere il coraggio di testimoniare la nostra risurrezione dal male e dal peccato che continuamente ci insidiano”.
E poco più avanti nella celebrazione un ideale appello al Signore: “Accogli la mia gioia e il mio grazie per avermi dato modo di servirti per cinquant’anni”.
E’ una domenica di festa, questa, per Olcio e per la comunità pastorale di Mandello. E’ una domenica di ringraziamento per il traguardo del cinquantesimo di ordinazione di don Carlo, originario proprio della frazione mandellese. Lo ricorda, il sacerdote, durante l’omelìa.
“Sono nato a Olcio, al casello della ferrovia - dice - dove ho trascorso la mia infanzia prima di trasferirmi in paese. Poi il Signore mi ha chiamato alla vita monastica e fu l’allora parroco don Bernardo Cusini (alla guida della parrocchia di Sant’Eufemia dal 1952 al 1965, ndr) ad accompagnarmi in seminario e nel mio cammino verso il sacerdozio. Il 20 luglio del ’69 in questa chiesa ho celebrato la mia prima messa e lì è iniziato il mio ministero, che continua da cinque decenni”.
Ricorda in particolare i dieci anni trascorsi ad Assisi, don Carlo, che all'altare era affiancato da don Giuliano Zanotta, parroco della comunità pastorale di Mandello, e da padre Elia Panizza, oltre che da don Mario Tamola . “Nella terra di San Francesco - afferma - incontravo le persone, visitavo gli ammalati e gli anziani, parlavo con loro e facevo loro compagnia. E in loro vedevo la gioia di sentirsi ascoltati e capiti”.
Quindi un altro messaggio: “Il Signore vive in me e in tutti noi e io vi ricordo sempre”.
Infine, a conclusione della messa, il dono al sacerdote di una stola e del libro Radici cristiane - Il cammino della fede nella pieve di Mandello dal passato al presente che elenca le vocazioni religiose mandellesi. E un ultimo pensiero di don Carlo: “Attualmente vivo nel primo santuario mariano della Campania, ma ho sempre nel cuore il nostro santuario di Santa Maria”.
Nel servizio fotografico di Claudio Bottagisi, le immagini della celebrazione eucaristica presieduta da don Carlo Fabbris e dei festeggiamenti in suo onore in oratorio e a Villa Maggio.

Nessun commento:

Posta un commento