14 giugno 2020

Mandello e l’addio a Tarelli. “Ciao Pietro, grazie per la tua amicizia”

Impegnato in fabbrica sul fronte sindacale, ha sempre coltivato la sua più grande passione, quella per la fotografia
Pietro Tarelli, classe 1942.
(C.Bott.) Di lui, a delinearne un ritratto tanto completo quanto rispondente alla realtà è stato Silvio Oliva. “Le foto, la passione per la montagna, la voglia di cercare cose da immortalare su una pellicola - ha scritto sulla sua pagina Facebook - poi la corsa a casa, allestire la camera oscura, preparare gli acidi  e aspettare le immagini nitide che ti danno la dimensione precisa di quello che il tuo occhio ha catturato. Le uscite da una stretta casa dentro un condominio per essere cittadino del mondo, della natura, andare con la moto a cercare in montagna gigli martagoni o orchidee spontanee…”.
Chi ha conosciuto Pietro Tarelli, mandellese, morto nei giorni scorsi all’età di 78 anni (classe 1942, li aveva festeggiati lo scorso gennaio), lo ricorda esattamente così.
E lo “rivede” idealmente anche in queste altre immagini, tratteggiate sempre da quel suo amico di vecchia data: “Il lavoro in fabbrica visto come modo per avere una giusta retribuzione, per instaurare rapporti con gli altri e essere rappresentante sindacale… Immortalare nelle tue foto le manifestazioni politiche, sociali e sindacali nelle immagini che hanno accompagnato la tua vita”.
E ancora: “I viaggi in moto e in auto per l’Italia e all’estero alla scoperta di luoghi da visitare, da conoscere e apprezzare, cercare il “romanico” nelle uscite e gustarlo con piacere nello stretto spazio della tua casa, sul computer o sui libri”.
Poi la consapevolezza che anche la vita è un viaggio e, come tutti viaggi, ha un inizio e una fine. “E il tuo ultimo periodo - ha postato sempre Oliva su Facebook - è stato solo sofferenza e tristezza per dover abbandonare un amore che ti ha accompagnato per tanti anni”.
Originario di Maslianico, nel Comasco, Pietro Tarelli era venuto ben presto ad abitare a Mandello. E in questi anni era stata proprio la sua passione per la ricerca e la fotografia ad avvicinarlo all’Archivio comunale della memoria locale.
Sposato con Laila, lascia la sorella Lorenza e, come detto, tanti amici e conoscenti. Tra gli amici c’è anche Lucia Codurelli, che fu segretaria di sezione del Pci e, in seguito, alla guida della federazione dei Democratici di sinistra.
Ex deputata lecchese eletta dapprima nelle file dei Ds poi del Partito democratico e da sempre impegnata in prima persona per la salvaguardia dei diritti civili e al fianco delle donne vittime di qualsiasi forma di violenza, in questi giorni ha affidato a sua volta ai social questo sentito quanto commosso ricordo di Tarelli: “Caro Pietro, salutarti per l’ultima volta in un luogo della mia Valtellina è stato molto, molto doloroso. Se non ci fossero stati presenti Laila, la tua compagna di una vita, Donata e Bruno non avrei creduto che fossi tu in questo ultimo viaggio. Domenica siamo venuti a trovarti ma tu eri altrove, sotto effetto di farmaci per allontanarti quei dolori insopportabili che ti hanno accompagnato in questi mesi”.
E di seguito: “Oggi ciò che conta è il ricordo di questi oltre quarant’anni di amicizia. Un’amicizia a tutto tondo, dall’impegno sindacale a quello civile e politico-amministrativo, momenti indimenticabili che sapevi immortalare nelle tue foto. In ogni importante occasione eri presente con al collo la tua inseparabile macchina fotografica. Ciao Pietro, grazie per la tua preziosa presenza in tutti questi anni, per il tuo sostegno riservatissimo ma costante, grazie per la tua generosità e grazie per questa bellissima amicizia”.
Infine un pensiero per Laila: “Ora dovrà farsene una ragione e non sarà affatto semplice ma lei sa, come ti ha detto negli ultimi giorni, che non è sola. E non lo sarà mai”.
A conservare bei ricordi di Pietro Tarelli è anche Alvaro Manzoni, che ha condiviso con lui gli anni in cui entrambi facevano parte del consiglio di fabbrica della “Carcano”. “E’ sempre stato lineare - dice - coerente con i propri princìpi e determinato ad andare fino in fondo, se c’era qualche battaglia da portare avanti o qualche legittimo diritto da far valere”. “Insomma una brava persona - aggiunge - e soprattutto un vero amico”.

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