08 aprile 2020

Il coronavirus “colpisce” anche in Mozambico. Don Filippo Macchi è rientrato in Italia

L’ex vicario del “Sacro Cuore”, originario di Gemonio, era partito a fine gennaio per l’Africa
Don Filippo Macchi in una foto delle scorse settimane in Mozambico.
(C.Bott.) Era partito per il Mozambico lo scorso fine gennaio per avviare una nuova collaborazione missionaria nella diocesi di Nacala, retta dal vescovo Alberto Vera Aréjula. Già nel 2013, un anno dopo aver lasciato la parrocchia “Sacro Cuore” di Mandello dove era stato inviato nel 2006 dopo la sua ordinazione, don Filippo Macchi - in seguito vicario a Maccio di Villaguardia e successivamente a Grosio, in provincia di Sondrio - aveva motivato la sua scelta e la sua disponibilità a partire. “Serenamente - aveva spiegato il sacerdote - mi sono guardato intorno, mi sono guardato dentro e mi sono detto che se non lo faccio ora non lo farò probabilmente mai più”.
Nessuno aveva però fatto i conti con il Covid-19. Così, a distanza di soli due mesi dal suo arrivo in terra africana, don Filippo si è visto costretto a rientrare in Italia. A comunicarlo è stato lo stesso sacerdote. “Da domenica mi trovo a casa mia a Gemonio - scrive don Filippo, 39 anni - Purtroppo sono dovuto rientrare velocemente in Italia perché il mio visto scadeva a fine mese e poi perché in Mozambico ci sono i primi segnali dell’epidemia di coronavirus”.
“La diocesi di Como mi ha trovato un volo - aggiunge - e adesso faccio qui la quarantena. E da casa invito tutti a pregare per la gente del Mozambico, chiamata ad affrontare “a mani nude” una minaccia particolarmente grave”.
Ad accompagnare don Filippo verso la sua nuova destinazione africana erano stati il direttore del Centro missionario diocesano, don Alberto Pini, e don Alessandro Zubiani, compagno di messa dell’ex vicario del “Sacro Cuore” e parroco di Delebio.
La diocesi di Nacala dove don Filippo era stato chiamato a svolgere il suo ministero è una realtà estesa per 26mila chilometri quadrati nel Nord-ovest del Mozambico, con una popolazione di poco inferiore ai 3 milioni di abitanti, il 41% dei quali di religione cattolica.
Tra le riflessioni contenute nel sussidio per la Quaresima 2020 predisposto dal Centro missionario diocesano alcune portano la firma proprio di don Filippo. Significativa, in particolare, quella riportata per la domenica di Pasqua in cui il sacerdote osserva: “Cristo vive e ti vuole vivo. E’ risorto anche per te, c’è frutto anche per te. Chi ha ricevuto questa notizia diventa missionario, lo dice e lo grida a tutti. Dal mattino di Pasqua in poi ogni martire per fede e per amore non è solo, sa come va a finire, sa che non è finita. E se sei pronto a servire per amore, sei seme che cade in terra, che muore e produce molto frutto”.

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