12 aprile 2020

Mandello. Don Giuliano Zanotta: “E’ Pasqua, il mattino del mondo nuovo”

Non lasciamoci prendere dalla tentazione di tornare indietro a raccogliere le nostre povere quattro carabattole
Don Giuliano Zanotta, dal 2018 alla guida della comunità pastorale di Mandello.
Don Giuliano Zanotta, dall’autunno 2018 alla guida della comunità pastorale di Mandello, indirizza nel giorno di Pasqua questa riflessione augurale a tutti i fedeli:
“E’ Pasqua, ma cosa significa oggi per noi? Proviamo a chiedercelo proprio in questo tempo particolare che stiamo vivendo, ciascuno con le sue preoccupazioni, le sue speranze, magari le sue angosce e paure per sé, i propri cari, il mondo intero. Cosa significa “Pasqua” per noi? E quanto ci importa davvero che il Cristo sia risorto? E come questo può cambiare la nostra vita e darci la forza di affrontare e superare la paura e la morte?
Diciamo innanzitutto che la Pasqua è il compleanno del mondo! “Questo è il giorno di Cristo Signore, alleluia, alleluia”, ci ricorda il salmo responsoriale della messa di Pasqua. Sì, questo è il “giorno” per eccellenza: il giorno che ha fatto il Signore. Gli altri giorni li abbiamo fatti noi, sono opera nostra: i giorni del tradimento, dell’abbandono, della fuga, della vigliaccheria, del peccato, del menefreghismo li abbiamo fatti noi. Fanno parte del nostro calendario vecchio.
Pasqua, invece, è il giorno creato dal Signore per noi! E’ il mattino del mondo: il giorno che inaugura il mondo nuovo. E’ il primo giorno della nuova creazione. Noi abbiamo inventato le tenebre, Lui ci offre la luce. Noi abbiamo accumulato molti errori, Lui ci inonda di un’acqua purificatrice che ci lava e disseta di senso la nostra vita.
Noi abbiamo creato la morte nel peccato e nell’indifferenza, Lui ci dona la vita e ci regala con ostinazione il perdono e l’amore. Pasqua, poi, è il giorno del passaggio dall’uomo vecchio all’uomo nuovo. Cristo è il nostro “passaggio”. In Lui, e solamente in Lui, noi possiamo passare da uno stato di separazione a un rapporto di comunione. Da una situazione di morte a una di vita.
Don Giuliano Zanotta. Accanto a lui, don Andrea Mombelli.
La pietra tombale, quella che ci murava nel nostro mondo vecchio, fatiscente, inabitabile. Un mondo decrepito e soffocante in cui siamo rimasti imprigionati troppo a lungo, ora è divelta. Cristo ha scaraventato lontano quel masso e noi siamo invitati ad uscire con Lui fuori da questa prigione!
Lui ci ha fatti passare nel mondo nuovo della libertà, quella vera. Il Signore ci invita a “sgomberare” dal paese della schiavitù per introdurci nella Terra promessa della vita di Dio. Lui ci ha strappato dalla nostra miseria e meschinità per invitarci a un’esistenza di “gratuità”, a una vita di grazia.
Non lasciamoci prendere dalla tentazione di tornare indietro a raccogliere le nostre povere quattro carabattole: dobbiamo tagliare i ponti con una mentalità vecchia, con le divisioni, con una fede fatta di “abitudini” o, peggio ancora, di “osservanza di precetti” senza l’adesione del cuore; di cose fatte perché “bisogna farle”, per tradizione o perché così fan tutti...
Vivere la Pasqua, o fare Pasqua, per noi non è tanto partecipare a un momento “sacramentale”, peraltro impossibile oggi. Significa piuttosto vivere alla luce del Cristo risorto, essere persone nuove lì dove siamo e vivere la fede nell’amore e nella libertà.
Significa sgomberare le vecchie abitudini per essere “nuova creatura”! “Ora vi precede in Galilea”, ci ricorda l’Angelo: devi metterti immediatamente in cammino perché Cristo risorto ti precede. E’ là, altrove... Dio è più avanti, è sempre più avanti di noi, Dio ci aspetta “oltre”. Non si allontana da noi, semplicemente vuole che camminiamo dietro a Lui come veri discepoli.
Con un Dio che ti precede, che è sempre “più avanti di te e del tempo che vivi”, non c’è proprio da stare tranquilli: stiamo attenti a non mancare l’appuntamento con Lui che è il risorto, il vincitore! E’ facile distrarsi, preoccuparsi (anche giustamente) oggi di altro, attardarsi in mille cose che crediamo “più importanti” e non accorgerci che ciò che conta veramente è Lui: la sua croce è salvezza e risurrezione.
Se il Signore è “più avanti” significa anche che dobbiamo essere testimoni nel presente per l’avvenire, per la vita che sarà, per quella che sarà definitiva! Credere nella risurrezione si traduce nel guardare al domani con coraggio, nel provare a cambiare mentalità (anche nelle faccende religiose), nel non voltarsi indietro ma cercare nuove forme per vivere la fede.
Si tratta di credere senza indugio, di giocarsi la vita con forza nel posto e nel tempo in cui Dio ci ha posti a vivere... se non vogliamo sentirci rimproverare dal Signore, come i discepoli di Emmaus: “Sciocchi, tardi e lenti a capire…”.
Buona Pasqua, con affetto a tutti voi!”.

1 commento:

  1. Come sempre, le parole di Don Giuliano sono importanti e sono contenta che sono le prime che leggo oggi, Santa Pasqua e che oggi rileggerò più volte. Ringrazio Antonio Zucchi che mi ha trasmesso il messaggio. Ai nostri Sacerdoti tutti mandiamo il nostro ringraziamento e l'augurio di una buona S. Pasqua da Elena e Franco Vergottini

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