31 marzo 2020

Dal Lago alla Valtellina, il silenzio rotto soltanto dalle campane e da una preghiera

Il sindaco di Abbadia Lariana: “Siamo qui, impauriti e smarriti, con le nostre vite completamente stravolte nelle loro abitudini”
In silenzio e in preghiera davanti al monumento ai caduti di Abbadia Lariana.

(C.Bott.) Dal Lago alla Valtellina un minuto di silenzio per ricordare le vittime di un nemico tanto invisibile quanto agguerrito e aggressivo. Un momento di raccoglimento e di preghiera per onorare chi purtroppo ha perso questa difficile battaglia contro il coronavirus. Uno spazio di riflessione per condividere con le comunità locali il lutto di un intero territorio, essere al fianco dei familiari di chi non c’è più e far sentire loro la vicinanza di tutti in questa drammatica situazione.

Dalla sponda orientale del Lario fino a Fusine, piccolo comune della provincia di Sondrio guidato dallo scorso anno da Monica Taschetti, lecchese trapiantata da anni in Valtellina, sindaci e parroci hanno unito il loro silenzio, più ancora delle loro voci, rotto soltanto dai rintocchi a lutto delle campane.
A Lierna è stato il monumento ai caduti ad accogliere il sindaco, Silvano Stefanoni, e il parroco don Marco Malugani per la breve quanto significativa cerimonia, mentre a Dervio il minuto di raccoglimento si è tenuto davanti al palazzo municipale, presenti il sindaco Stefano Cassinelli, il parroco don Andrea Molteni, il responsabile del gruppo comunale di Protezione civile, Marzio Colombo, e alcuni agenti della Polizia locale.
La cerimonia a Lierna in onore delle vittime del Covid-19.
Ad Abbadia Lariana al momento di raccoglimento davanti al monumento ai caduti e alla preghiera del parroco, don Fabio Molteni, si è aggiunta questa riflessione del sindaco, Roberto Azzoni: “Solitamente ci ritroviamo davanti a questo monumento per ricordare e commemorare i caduti di eventi lontani, letti sui libri di storia o quasi persi nei ricordi degli anziani. Un rito quasi diventato routine. Il dolore di quegli eventi lontani affievolito dal passare del tempo. Oggi invece siamo qui a ricordare e a commemorare tutti coloro che stanno cadendo per colpa di questo virus in un’emergenza sanitaria senza uguali nel dopoguerra”.
Il minuto di silenzio davanti al municipio di Dervio.
“Non siamo qui a ricordare freddi numeri o statistiche - ha detto Azzoni - ma a commemorare storie, affetti e ricordi spazzati via senza la possibilità di un saluto ai propri cari, senza la possibilità di quell’umana vicinanza, di quella condivisione di ricordi, della solennità di un rito funebre che rendono un po’ meno dura la perdita di un familiare. Siamo qui, dinnanzi al monumento ai caduti, in un silenzio assordante e in un vuoto desolante. Siamo qui, impauriti e smarriti con le nostre vite completamente stravolte nelle loro abitudini. Siamo qui, dinnanzi al monumento ai caduti, angosciati per il futuro e impauriti dalle immediate conseguenze sociali ed economiche”.
Il sindaco Monica Taschetti davanti al municipio di Fusine.
“Da questo periodo di sofferenza e dolore - ha aggiunto il primo cittadino - dovremo, quando sarà possibile, ripartire. E questo periodo di sofferenza e dolore ci deve spronare a ripartire con un ancora più forte senso di comunità, con un ancora più forte slancio di solidarietà, con il riscoprire le vere priorità e abbandonare l’egocentrismo che troppo spesso ha caratterizzato i momenti passati di frenetico benessere. Sono orgoglioso e fiero della risposta che Abbadia ha dato in questa fase. Risposta nel rispettare le regole, nella solidarietà, nella messa a disposizione del proprio tempo e delle proprie forze per aiutare chi è più debole e in difficoltà. E sono certo che questa risposta sarà ancora più forte, unita e compatta quando questa tempesta passerà e torneremo ancora a salutarci e abbracciarci”.
Il sindaco di Lierna, Silvano Stefanoni.
“Infine voglio ringraziare, con tutto il cuore, chi si sta adoperando in prima linea a gestire l’emergenza qui ad Abbadia. Il gruppo di Protezione civile, chiamato a gestire una situazione nuova e complessa, assistendo i nostri anziani e malati. I nostri tre agenti di polizia, che nonostante l’estrema difficoltà del momento e le preoccupazioni per la loro sicurezza sono al servizio della popolazione. Le nostre associazioni che si stanno prodigando per interventi di supporto e vicinanza alla popolazione. E soprattutto tutti i volontari del Soccorso degli alpini e tutti i medici e infermieri del nostro territorio che purtroppo, nel servire gli altri, si sono ammalati e che anche in questa fase mettono il desiderio di tornare a rendersi utili a chi soffre davanti alla sofferenza”.

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