28 marzo 2020

Gli alpini di Perledo mobilitati per l’emergenza: “Noi, colpiti da vicino dal virus”

Donati 2.000 euro per la raccolta fondi della Fondazione comunitaria del Lecchese. “Abbiamo dato la nostra disponibilità per la consegna a domicilio di alimenti e farmaci”
(C.Bott.) Alpini in prima linea anche nell’emergenza coronavirus e accanto alla Fondazione comunitaria del Lecchese nella raccolta fondi destinata a coprire le spese di acquisizione di oltre un milione di mascherine da distribuire alle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali del territorio, oltre che alla Protezione civile e ad altri enti in difficoltà nel reperimento dei dispositivi di sicurezza.
La mobilitazione parte dalla sezione Ana di Lecco che ha promosso appunto a sua volta una raccolta di fondi rendendo pubblici gli estremi del bonifico bancario da intestare a: A.N.A. Associazione nazionale alpini sezione di Lecco - IBAN IT33X0521622902000000000564 - Causale “Emergenza coronavirus” - Nominativo del donatore.
Il Gruppo alpini di Perledo ha subito aderito all’iniziativa mettendo a disposizione la somma di 2.000 euro.
“Ma le penne nere non si fermano qui - spiega il capogruppo, Osvaldo Cesana - Dopo aver provveduto a quel primo versamento, alcuni soci hanno manifestato il proposito di contribuire a loro volta alla raccolta a titolo personale. Da qui l’idea di raccogliere offerte tra cittadini, aziende e associazioni di Perledo”.
“Considerata la difficoltà attuale a effettuare operazioni bancarie - aggiunge il capogruppo - per aderire alla raccolta consigliamo di contattare i consiglieri del nostro gruppo, oppure di telefonare al 339-56.59.714. Ricordiamo inoltre che si può aderire anche inviando una e-mail all’indirizzo perledo.lecco@ana.it”.
Va detto che il territorio comunale di Perledo è stato particolarmente colpito dalla pandemia in atto.  “Si sono infatti registrati parecchi casi di contagio - ricordano le penne nere - e vi è una situazione poco tranquilla all’istituto “Sacra famiglia”, in  frazione Regoledo, dove è presente un focolaio non ancora estinto”.
“Non siamo insomma tra i più fortunati - continua Cesana - e anche alcuni nostri soci sono stati colpiti dal virus di persona, o in ambito familiare. A loro va la solidarietà del gruppo. Abbiamo dato la nostra disponibilità per la consegna a domicilio di alimenti e farmaci in accordo  con l’amministrazione comunale che ha organizzato il servizio  e non mancheranno altre iniziative per superare questo momento così difficile”.


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